La Pubblica Assistenza di Campi messa in ginocchio dall’alluvione. Ma già pronta a ripartire con grande orgoglio

CAMPI BISENZIO – Da un lato la voglia e la volontà, sempre forte, di dare una mano alla popolazione di Campi Bisenzio duramente colpita dall’alluvione della scorsa settimana. Dall’altro la necessità di essere a loro volta aiutati. Sono stati e sono giorni di grande difficoltà per la Pubblica Assistenza di Campi che, con la sua […]

CAMPI BISENZIO – Da un lato la voglia e la volontà, sempre forte, di dare una mano alla popolazione di Campi Bisenzio duramente colpita dall’alluvione della scorsa settimana. Dall’altro la necessità di essere a loro volta aiutati. Sono stati e sono giorni di grande difficoltà per la Pubblica Assistenza di Campi che, con la sua sede in via Orly, si è ritrovata in una zona del territorio fra le più colpite dall’ondata di piena, quella provocata dalla fuoriuscita del torrente Marina. E per capire fino in fondo quale è stata la situazione, in modo particolare fra venerdì e domenica scorsi della passata settimana, è sufficiente rileggere alcuni dei messaggi che sono girati fra i volontari nelle varie chat.

Messaggi – ma soprattutto parole – che rendono appieno l’idea della gravità della situazione e anche della paura del momento: “Le ambulanze hanno fango all’interno”, “Molti volontari non riescono a raggiungere la sede”, “Cucina del circolo invasa da fango”, “Studi medici invasi”. Ma, più di ogni cosa, “parlano” le fotografie che pubblichiamo e che si riferiscono ai momenti successivi all’inizio dell’emergenza.

Di tutto questo ne abbiamo parlato con il presidente della Pubblica Assistenza, Settimo Lipani. Lo abbiamo sentito al telefono, la voce rotta dall’emozione ma, al tempo stesso, con la voglia di ripartire il prima possibile insieme a tutti i volontari che in questi giorni si sono attivati per la sede dell’associazione come se fosse la loro casa. “Abbiamo ricevuto tanta solidarietà da parte di tutti – ha detto Lipani – e questa è stata la spinta decisiva per provare a riprendere l’attività, la scintilla di cui avevamo bisogno. Fortunatamente, al momento della piena, non c’era nessuno in sede, ma un attimo dopo i ragazzi e le ragazze della Pubblica Assistenza hanno dimostrato la loro passione e il loro orgoglio”. La sede è agibile, ma le perdite sono state di rilievo: tutto il materiale sanitario, il magazzino del 118, la cancelleria. Insomma, bisogna solo guardare avanti.

“Non mi vergogno di dirlo, – continua Lipani – mi sono messo a piangere di fronte a tutta questa devastazione. Ma con la forza di volontà che da sempre ci contraddistingue mi sono anche detto che in qualche modo bisognava ripartire”. E così è stato: “A dare una mano sono arrivate anche tante persone che non si vedevano da tempo, dimostrando però che con la Pubblica Assistenza di Campi hanno un legame fortissimo. “Questa è casa nostra, – mi hanno detto – se non lo facciamo noi, chi può farlo?…”. Sono state le ultime parole pronunciate da Lipani prima di salutarsi, sentendo ancora una volta tutta la sua commozione.