La scuola di “Lettera a una professoressa” in mostra a Varese. Ma durante il ritorno otto pannelli vengono smarriti

CAMPI BISENZIO – Non una fotografia, nè tanto meno un paio di viti. Ma otto pannelli preziosamente custoditi. Una parte dei 31 pannelli relativi alla mostra “Gianni e Pierino – La scuola di lettera a una professoressa”, andata perduta nel suo tragitto di ritorno da Varese verso la Piana. E’ davvero paradossale la vicenda che […]

CAMPI BISENZIO – Non una fotografia, nè tanto meno un paio di viti. Ma otto pannelli preziosamente custoditi. Una parte dei 31 pannelli relativi alla mostra “Gianni e Pierino – La scuola di lettera a una professoressa”, andata perduta nel suo tragitto di ritorno da Varese verso la Piana. E’ davvero paradossale la vicenda che ci ha raccontato Palmiro Sassetti, che da tempo si occupa delle mostre relative alla vita e all’intensa attività del “priore”, don Lorenzo Milani, per la Fondazione.

La mostra, infatti, che trae spunto da quella “Lettera a una professoressa” che ancora oggi rappresenta un richiamo a operare in modo che la scuola accolga e presti attenzione ai bisogni formativi delle fasce più deboli, era stata inviata in Lombardia per un’esposizione rimasta aperta dal 4 al 18 novembre. Poi i 31 pannelli, suddivisi in otto cassette con una media di otto pannelli ciascuna, affidata a un noto corriere, era ripartita per la Toscana. Ma, al momento della consegna, l’amara sorpresa: all’appello mancava una cassetta appunto con otto pannelli, rendendo di fatto inutilizzabile la mostra.

Da lì sono partiti una serie di telefonate e uno scambio di e-mail che hanno portato a poco, anzi, a una risposta irrisoria, nel senso che in casi del genere è previsto un risarcimento di 1 euro al chilo della merce teoricamente smarrita: in questo una cassetta pesa più o meno 30 chilogrammi, quindi si tratterebbe di un rimborso di 30 euro. Una cifra che non renderebbe giustizia né dal punto di vista economico, né dal punto di vista morale. Anche perchè, eventualmente, riprodurre gli otto pannelli avrebbe un costo sicuramente superiore ai 30 euro previsti.

Fatto sta che Sassetti, in tutto questo tempo, non si è mai arreso e, alla fine, sorpresa nella sorpresa, la cassetta mancante potrebbe essere finita nel magazzino dell’azienda che si occupava del trasporto. Con il risultato, però, che nonostante la sua disponibilità di andare a riprendersela personalmente, ciò non sarebbe possibile per questioni di privacy. O almeno così gli è stato detto. Siamo proprio curiosi di sapere come andrà a finire questa vicenda…