“La tribolazione produce pazienza”: riflettiamo sul Natale con don Giovanni Momigli

SESTO FIORENTINO – Pochi giorni a Natale. Presi come siamo dalla corsa affannosa all’ultimo regalo, c’è poco tempo per la riflessione. Anche quando ci spendiamo con generosità. Noi invece vogliamo provare a farlo, grazie al prezioso contributo di don Giovanni Momigli, che anche quest’anno ci ha inviato la sua preghiera in preparazione del Natale. “Preghiamo […]

SESTO FIORENTINO – Pochi giorni a Natale. Presi come siamo dalla corsa affannosa all’ultimo regalo, c’è poco tempo per la riflessione. Anche quando ci spendiamo con generosità. Noi invece vogliamo provare a farlo, grazie al prezioso contributo di don Giovanni Momigli, che anche quest’anno ci ha inviato la sua preghiera in preparazione del Natale. “Preghiamo il Signore – spiega – che ci conceda di non abituarsi mai al Natale. La memoria della nascita del Signore è sempre sorprendente. Si direbbe… incredibile: Dio si fa uomo. Nel fare sinceri auguri di buon Natale, assicuro il mio ricordo al termine della preghiera che in questa preparazione ravvicinata al Natale ogni giorno presento al Signore affinché, leggendola, possa nascere una preghiera anche per me”.

“Signore Gesù, il mio sguardo è fisso su di te, che vieni con la tenerezza di un bambino che nasce, con l’onnipotente debolezza che sempre stupisce e interroga. Guardo a te, parola eterna e creatrice uscita dal cuore del Padre per abitare in mezzo a noi, facendoti prossimo di ogni donna e di ogni uomo per donare a ciascuno il tuo amore.  Guardo a te, avendo nella mente e nel cuore le parole di Sant’Agostino, affidateci da Papa Francesco: miseria e misericordia. Tu sai, quanto sia grande la mia miseria: concedimi di non averne paura e di non nasconderla mai. La verità rende liberi. La menzogna uccide. L’ambiguità rode come un tarlo, rendendo prigionieri del passato e ponendo una pesante ipoteca sul futuro. Come ci insegni, attraverso l’apostolo Paolo, “la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata, la speranza” (Rm 5,3-4). Una speranza che non delude mai, perché fondata su di te e sul tuo amore. Una speranza che nasce da ogni miseria risanata dall’infinita misericordia del Padre, generando una nuova prospettiva. Avvolto dalla misericordia del Padre, lasciata alle spalle ogni titubanza, sulla tua parola getterò le reti che hai messo nelle mie mani e prenderò il largo, senza paura di osare su territori per me inediti e inesplorati. Nelle tue mani metto la mia vita. A te rivolgo la mia supplica. In te ripongo la mia speranza. In questi giorni sento risuonare il grido il profeta Isaia “Consolate, consolate il mio popolo, – dice il vostro Dio – parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che la sua tribolazione è compiuta, la sua colpa è scontata” (Is. 40,1). E già odo gli angeli che nel Natale ripetono “Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo” (Lc 1, 10). Signore Gesù, in questo Natale, concedimi il coraggio di aprire la porta del mio cuore per consentire a te, parola che salva, di entrarvi con il dono della tua consolazione e della tua gioia.  Fa di me un docile strumento, affinché questa consolazione e questa gioia possano raggiungere le persone che quotidianamente si avvicinano a me, prete, per domandare il tuo perdono per le loro colpe, per esprimere quanto si agita nel loro intimo, per cercare la luce e la forza dello Spirito santo per il loro cuore smarrito. Fa, che nel mio sguardo che accoglie, nel mio cuore aperto all’ascolto e nella tua parola che giunge loro tramite la mia voce, ciascuna persona possa sperimentare di essere singolarmente cercata e amata da te, rintracciando – come benevolmente hai concesso a me – i segni del tuo amore seminati nelle pieghe dei propri giorni. Così, insieme, renderemo grazie, cantando con agli angeli: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini che Dio ama”. Signore Gesù, vieni!  Avvolgici e sorprendici con il dono del tuo amore!
Don Giovanni Momigli