Lastra a Signa, i Fratres “entrano in classe” e raccontano agli studenti l’esperienza e le emozioni della donazione del sangue

LASTRA A SIGNA – Se c’era bisogno di un’ulteriore conferma, questa è arrivata dalla “ripartenza” di un’iniziativa che al gruppo Fratres Giuseppe Nesi di Lastra a Signa sta particolarmente a cuore. Dopo due anni di stop a causa della pandemia, infatti, ieri mattina, “con grande emozione” ci tengono a precisare, è ripartito il “Progetto salute”, […]

LASTRA A SIGNA – Se c’era bisogno di un’ulteriore conferma, questa è arrivata dalla “ripartenza” di un’iniziativa che al gruppo Fratres Giuseppe Nesi di Lastra a Signa sta particolarmente a cuore. Dopo due anni di stop a causa della pandemia, infatti, ieri mattina, “con grande emozione” ci tengono a precisare, è ripartito il “Progetto salute”, progetto che la Fratres ha sviluppato all’interno del POF della scuola media Leonardo da Vinci di Lastra a Signa. Scopo dell’iniziativa è quello di sensibilizzare i ragazzi delle classi seconde alla donazione di sangue, plasma e midollo osseo, ma soprattutto al “dono” in generale. Il progetto si articola in due momenti: il primo è caratterizzato dalla visione di una serie slide illustrate e spiegate dalla dottoressa Antonella Bertelli (consigliera regionale Fratres Toscana) e “dal nostro infermiere – aggiungono dai Fratres lastrigiani – Guido Damiani per conoscere il sangue da un punto di vista sia scientifico che medico, oltre alla spiegazione di come si effettua una donazione. Nel secondo momento, invece, i ragazzi incontrano i volontari Fratres, che raccontano la propria esperienza di donatori insieme ad alcune testimonianze di persone che hanno ricevuto in dono il sangue. E ieri erano presenti Lorenzo (associazione Noi per Voi), Cristina (Adisco) e Laura (associazione Piccino Picciò). I ragazzi durante gli incontri sono sempre attenti ma soprattutto restano colpiti dalle testimonianze che ascoltano. Nella giornata di ieri abbiamo incontrato due classi, venerdì 27 e martedì 31 replicheremo per incontrare altre classi; in tutto parleremo con 192 ragazzi a cui chiediamo di raccontare ai propri genitori, alle sorelle, ai fratelli più grandi l’esperienza di questo incontro con la speranza che quando arriveranno a compiere 18 anni, alcuni di loro possano donare il sangue e aiutare così altre persone”.