Lavoro e crisi aziendali, Fabiani: “Almeno 55 i casi affrontati fino a oggi, quattordici dei quali risolti o parzialmente risolti”

FIRENZE – Occorre lavorare su più fronti con protocolli di reindustrializzazione, con il combinato fra gestione delle crisi, investimenti e interazione con nuove politiche industriali e con gli accordi nelle vertenze, il tutto con l’obiettivo di impedire il licenziamento delle persone, la chiusura delle aziende o di ottenere il loro impegno all’apertura dei siti a […]

FIRENZE – Occorre lavorare su più fronti con protocolli di reindustrializzazione, con il combinato fra gestione delle crisi, investimenti e interazione con nuove politiche industriali e con gli accordi nelle vertenze, il tutto con l’obiettivo di impedire il licenziamento delle persone, la chiusura delle aziende o di ottenere il loro impegno all’apertura dei siti a nuovi investitori. Questa, in sintesi, la strategia della Regione Toscana nei confronti delle crisi aziendali presenti sul territorio, illustrata da Valerio Fabiani consulente del presidente Eugenio Giani sul lavoro, intervenuto, ieri pomeriggio, in commissione Sviluppo economico, presieduta da Ilaria Bugetti (Pd).

“Lavoriamo su almeno 55 casi, dei quali 14 sono considerati risolti o parzialmente risolti, – ha detto Fabiani – il numero di tavoli è aumentato, non tanto per la pandemia ma soprattutto per una scelta fatta ad inizio legislatura, quella di accompagnare il lavoro della Regione come governo delle emergenze con un lavoro orientato alla prevenzione. Si sono attivati dunque non solo tavoli di crisi ma anche di monitoraggio, con l’obiettivo di intervenire prima che le situazione degenerino o in realtà in cui non c’è ancora un sentore di criticità ma solo esigenze di riorganizzazione aziendale profonda”. Si parla, quindi, di “un’attività orientata alla prevenzione, pre-crisi e una di post crisi con l’idea di connettere il lavoro della Regione al sostegno degli investimenti delle aziende. In totale si tratta di circa 20.000 lavoratori coinvolti”.

Il consigliere al lavoro ha ricordato che fra i 14 casi risolti definitivamente o parzialmente c’è la Falegnami di Castelfiorentino mentre fra i “casi in transizione” c’è la vertenza ex Gkn (nella foto di Andrea Sawyer un momento della manifestazione di sabato 26 marzo a Firenze), “non chiusa – afferma – perché i lavoratori non sono ancora sul posto di lavoro” ma “non possiamo nemmeno dire che non ci siano proprietà, prospettiva e programmazione”. “Nella casistica della transizione occupazionale – ha aggiunto – ci sono aziende come Giga Grandi Cucine di Scandicci dove non c’è ancora nuova proprietà ma ci sono manifestazioni di interesse” oppure da ricordare la vicenda nata dalla chiusura del cementificio di Greve in Chianti. “Lì c’è una multinazionale italiana che ha deciso di chiudere il sito produttivo, ultimo avamposto manifatturiero del Chianti, – ha spiegato – v’è stato un negoziato con la proprietà e siamo riusciti ad impegnarla ad aprire il sito a nuove possibili soluzioni industriali con un piano di fattibilità, le prime imprese hanno già fatto sopralluoghi”. Secondo Fabiani, questa è la via da seguire, “nessuno può impedire ad un’azienda di chiudere e licenziare ma possiamo chiedere alle aziende che hanno attinto dal territorio in termini di risorse, il rispetto di alcuni principi con contributi e un concorso”. 

Riguardo alle crisi aperte Fabiani ha fatto presente che sono aumentate nelle ultime settimane e crescente è anche la loro preoccupazione: “Se non si interviene sul costo dell’energia ma anche su come ricostruiamo una filiera manifatturiera all’avanguardia dal punto di vista tecnologico per approvvigionare le nostre aziende di una serie di componenti che ormai venivano reperite in uno o due Paesi del pianeta in Asia, ci sono molte aziende che rischiano grosso”. Si è parlato poi, del paradosso in cui si trovano le aziende del settore camper, uno dei pochi che ha beneficiato della pandemia perché il caravan è stato individuato come il mezzo più sicuro per le vacanze. “E’ un comparto di aziende – ha aggiunto – che scoppia di ordini, hanno tutte una progettualità poderosa che metterebbe in campo milioni di investimenti con realizzazione e ampliamenti di impianti e centinaia tra assunzioni e stabilizzazioni ma si deve fermare per la mancanza dei componenti”.

Poi si sono analizzati i casi che la Toscana si trascina da tempo come quello delle acciaierie di Piombino che “tradiscono un gap che ha a che fare con la debolezza delle politiche industriali del Paese”, “monitorato con il tavolo Mise, con gli ammortizzatori sociali”. Dalla siderurgia a Piombino si è passati ai nuovi casi del comparto agroalimentare come quello chiuso dell’Ortofrutticola di Marradi e quello ancora aperto della Sanginese di Capannori, in provincia di Lucca, oppure di aziende come Ugo Boss che ha scelto di chiudere il sito di Scandicci, o la Mondadori di Firenze che vuole trasferirsi a Milano. Il consigliere ha parlato poi del sito della Beckaert e del ricollocamento dei 109 lavoratori con la definizione di un protocollo di intesa del Valdarno sul bacino occupazionale.  

La presidente Bugetti ha ribadito il lavoro che la commissione vuol portare avanti sia sulle crisi aziendali ma anche sullo sviluppo economico e sull’aiuto alle imprese, anche a quelle sane o border line “faremo approfondimenti anche con gli assessori Marras, Nardini e Monni perché ci interessa anche la parte dell’economia circolare ed energetica”. “L’obiettivo – ha concluso Bugetti – sarà quello di presentare una risoluzione per dare un indirizzo composito a tutti quei settori che riteniamo strategici per il prossimo quinquennio ma anche per il prossimo settennato”.

Irene Galletti (M5S) ha ribadito la necessità di analizzare la questione del salario minimo, dell’occupazione femminile, della sicurezza sui luoghi che “fanno da contorno alle crisi aziendali”. Tra gli strumenti innovativi per prevenire le crisi aziendali, Galletti ha citato l’OCRI, l’organismo di composizione della crisi d’impresa, “tenuto a ricevere segnalazioni riguardo ai primi campanelli di allarme delle aziende”. Dal punto di vista dell’industria 4.0 Galletti ha ricordato che “esistono strumenti per stimolare gli investimenti e ridurre la dipendenza dalle importazioni come quella ad esempio della produzione dei semiconduttori e della componentistica ad essa legata”. 

“Se vogliamo governare i processi – è intervenuto Vittorio Fantozzi (FdI) – occorrono dati sulle aziende per capire cosa succede anche sul territorio della Toscana in relazione alle crisi”. Fantozzi ha chiesto informazioni più serrate e un rapporto periodico per avere un monitoraggio preciso. La consigliera Anna Paris (Pd) ha sottolineato quanto sia difficile “individuare le crisi perchè gli imprenditori spesso le nascondono finché possono”. Paris ha ribadito la necessità che la Regione comunichi ai piccoli imprenditori i supporti a loro disposizione. Elena Meini (Lega) ha chiesto aggiornamenti su Toscana aeroporti e “su Douglas dove su 120 addetti coinvolti il 90per cento sono donne” e sull’azienda Leonardo. Elisa Tozzi (Gruppo misto-Toscana Domani) vorrebbe “avere dati sulle aziende che hanno beneficiato del supporto della Regione”. “Credo che gli ambiti di direzione – ha aggiunto – debbano favorire l’incontro di domanda-offerta unito all’esigenza di formazione mirata e specializzata anche interno alle aziende”, ribadendo l’importanza del “rapporto con il mondo della scuola” e della “questione del recupero dei siti industriali”.