Liberazione, lettera aperta al sindaco Cristianini. La replica dell’amministrazione

SIGNA – Una lettera aperta al sindaco Alberto Cristianini. Sul tema della Liberazione. Una lettera che un lettore di Piananotizie ha inviato alla nostra redazione e alla quale ha risposto l’assessore alla cultura Giampiero Fossi. Egregio signor sindaco Cristianini, Le scrivo questa lettera perché sono molto perplesso. Premetto di non essere di Signa. Sono un pensionato, […]

SIGNA – Una lettera aperta al sindaco Alberto Cristianini. Sul tema della Liberazione. Una lettera che un lettore di Piananotizie ha inviato alla nostra redazione e alla quale ha risposto l’assessore alla cultura Giampiero Fossi.

Egregio signor sindaco Cristianini,

Le scrivo questa lettera perché sono molto perplesso. Premetto di non essere di Signa. Sono un pensionato, cresciuto nei valori della Costituzione Italiana nel rispetto della quale sono stato educato, fin da bambino, dalla mia famiglia; crescendo ho conosciuto i partigiani e l’Anpi, di cui mi onoro
di essere tesserato. Mio suocero, che purtroppo non ho conosciuto, era un partigiano. A 16 anni dovette abbandonare la famiglia e gli affetti per difendere la sua libertà e quella di questo Paese, come tanti suoi coetanei che non fecero ritorno a casa, salendo su Monte Giovi e poi partecipando attivamente alla Liberazione di Firenze. La mia perplessità nasce dal fatto che il 3 settembre sono venuto a Signa per partecipare alla commemorazione della Liberazione della città dal nazifascismo. Con mio stupore, e non mi è sembrato di essere stato il solo, ho assistito a un’anteprima del 4 novembre. Mi spiego meglio. Dopo il concentramento davanti al palazzo comunale si è formato il corteo. In testa il Tricolore e la bandiera Europea. A seguire il gonfalone di Firenze (“perché medaglia d’oro”, parole del vostro cerimoniere) e poi quello della Regione Toscana con sindaci e amministratori vari con i rispettivi gonfaloni. E l’Anpi, rappresentante i partigiani che liberarono Signa, dove era? Mi risulta che Signa sia stata liberata dai partigiani e dalla
popolazione locale insorta, prima ancora dell’arrivo degli alleati. Così come recita la motivazione per il conferimento della medaglia d’argento al merito civile che Lei ricorderà, dato che, se non vado
errato, era già sindaco. Era presente il Medagliere provinciale dell’Anpi (a testimonianza di
quanti si sacrificarono per la libertà), clamorosamente ignorato. Relegato in fondo al corteo, come un corpo estraneo. Eppure senza i
partigiani, forse, non ci sarebbe stato il 3 settembre a Signa. Alla deposizione della corona la banda musicale ha intonato la canzone del Piave, che credo poco abbia a che vedere con la Liberazione di
Signa. Ho visto delle persone scuotere la testa e qualcuno sorridere. Infatti sembrava di essere al 4 novembre. Sono andato via, non riconoscendomi in questa commemorazione che, sembra, non ricordare su quali valori è nata. In famiglia erano soliti ripetermi “chi dimentica le proprie origini è destinato a sparire”. Deluso e amareggiato non credo che sarò presente, poca cosa, alle prossime commemorazioni. Cordialmente, ora e sempre Resistenza

Antonino Filippo Zappulla

Con un certo dispiacere invio queste poche righe per precisare, a fronte di una polemica a mio avviso scarsamente documentata e aggravata da una scorrettezza di fondo nei confronti di un’istituzione come il Comune di Signa, quanto la celebrazione della Liberazione di Signa abbia pienamente risposto al cerimoniale dovuto dalle istituzioni pubbliche. Come in ogni altra cerimonia del medesimo tenore, cito fra le altre Firenze, Prato, Alfonsine, Stazzema, Marzabotto, i gonfaloni hanno la precedenza su ogni altra rappresentanza che ha comunque un ruolo fondamentale nella costituzione del corteo. La Repubblica Italiana, nata dalla Resistenza, ha fatto propri i valori di chi la ha costituita e il Tricolore, unito ai simboli delle comunità, rappresenta in pieno il messaggio democratico nato dall’azione partigiana.
Istituzionalmente, durante la deposizione delle corone, la musica prevista dal cerimoniale è, in ogni evenienza, la canzone del Piave accompagnata dal silenzio militare. Nei suoi sette anni di presidenza Sandro Pertini, uno che della Resistenza aveva fatto parte, è sempre stato accompagnato nelle deposizioni di corone del 25 aprile dall’inno del Piave. Se chi ha espresso giudizi severi nei confronti del Comune avesse preso parte a tutta la cerimonia avrebbe ascoltato negli interventi tenuti in piazza Stazione, accanto al sindaco e al relatore ufficiale, l’intervento di Selene Samà presidente dell’Anpi signese con cui l’amministrazione comunale si onora di attivare più di un progetto. La cerimonia si è ovviamente conclusa con l’esecuzione da parte della filarmonica di Bella Ciao. Per quanto riguarda i richiami storici al passaggio del fronte e all’attività partigiana nel territorio signese ed oltre posso, senza timore di essere smentito, ricordare l’intensa attività svolta da Signa in una attenta ricostruzione storica che, grazie anche allo scrivente, ha portato alla consegna della medaglia d’argento al merito civile. Nelle principali manifestazioni organizzate in vari territori della Toscana e oltre il gonfalone di Signa segna una costante presenza istituzionale e rappresentativa di tutta la comunità signese manifestando in favore dei grandi valori che hanno segnato la nascita della Repubblica e della nuova Europa. Il rigurgito reazionario che in più di un’occasione sembra riaffiorare nella società italiana necessità di vigilanza e di impegno in una battaglia morale che di tutto ha bisogno meno che di pressappochismo o di giudizi affrettati nei confronti di chi da decenni si trova in prima linea per l’affermazione dei valori di giustizia e di libertà che da sempre sono alla base della nostra democrazia. Da parte mia nessuno spirito polemico ma l’orgoglio di aver sempre lavorato bene perché le istituzioni siano sempre dalla parte dei principi costituzionali per far si che il popolo italiano, imparando dal passato, sappia resistere a pericolosi ritorni.

Giampiero Fossi, assessore alla cultura