Malasanità, l’incertezza della cura per un sestese

FIRENZE – Ancora un caso di disorganizzazione nella pubblica sanità, denunciato da un sestese, Fabrizio Masolini. Sotto accusa, per un caso avvenuto proprio questa mattina, il Cto, l’ambulatorio massillofacciale, per un disguido sull’appuntamento per la visita. “La scorsa settimana ho avuto un intervento per un papilloma – racconta Masolini – mi è stato indicato di […]

FIRENZE – Ancora un caso di disorganizzazione nella pubblica sanità, denunciato da un sestese, Fabrizio Masolini. Sotto accusa, per un caso avvenuto proprio questa mattina, il Cto, l’ambulatorio massillofacciale, per un disguido sull’appuntamento per la visita.
“La scorsa settimana ho avuto un intervento per un papilloma – racconta Masolini – mi è stato indicato di tornare stamattina, e mi è stato rilasciato referto e richiesta, senza indicazioni di orari”.
Questa mattina Masolini ha dunque iniziato la trafila: alle 7 in coda all’accettazione, l’ambulatorio ha aperto alle 8.30 – con mezz’ora di ritardo. Il numero ricevuto da Masolini era il 729, ma hanno iniziato a chiamare – racconta- dal 735. Dopo un po’ di attesa chiede spiegazioni e gli viene risposto che “tanto i numeri sono indicativi”. Il mistero viene risolto all’incirca alle 10, quando il medico che aveva effettuato l’intervento gli spiega che in realtà lui aveva un appuntamento fissato per le 11:20.
Solo che nessuno glielo aveva detto, né scritto, né specificato da nessuna parte.
Il signore protagonista della vicenda, che alle 11 doveva essere a Prato, ha così dovuto rinunciare alla visita, dopo aver atteso inutilmente tre ore al Cto, facendo fila all’accettazione e tutto.
Una inefficienza resa ancor più paradossale dal fatto che, per una volta, erano stati stabiliti orari e prenotazioni in modo proprio da evitare inutili trafile. Solo che ci era scordati poi di dirlo al diretto interessato.
Francesca Gambacciani