Milanesi, addio al Psi dopo 50 anni: “Sarò un socialista senza partito”. E aderisce al gruppo misto

LASTRA A SIGNA – “Sarò un socialista senza partito”: a definirsi così è Pietro Milanesi, ex capo gruppo del Psi in consiglio comunale, che ieri sera ha annunciato il proprio addio al partito, una “casa che ha abitato per oltre 50 anni, con appassionata appartenenza”. “Decisione – spiega Milanesi – condivisa da altri 25 compagni […]

LASTRA A SIGNA – “Sarò un socialista senza partito”: a definirsi così è Pietro Milanesi, ex capo gruppo del Psi in consiglio comunale, che ieri sera ha annunciato il proprio addio al partito, una “casa che ha abitato per oltre 50 anni, con appassionata appartenenza”. “Decisione – spiega Milanesi – condivisa da altri 25 compagni della sezione di Lastra a Signa (sezione di cui è anche segretario, n.d.r.), su un totale di 31 iscritti. Ma continuerò, in consiglio e sul territorio, a essere un convinto sostenitore dei valori del socialismo italiano, portando avanti il programma elettorale presentato alle elezioni amministrative del 2019, rappresentando i simpatizzanti e gli indipendenti che mi hanno dato fiducia”.

Le recenti regionali certo hanno influito sulla scelta di Milanesi ma non sono state la “molla” decisiva: la decisione di lasciare, infatti, era stata presa il 4 agosto scorso, molto prima quindi dell’ufficializzazione delle candidature. E’ una decisione che parte “dal lontano patto di subalternità al Pd di Bersani in “Italia bene comune”, – aggiunge Milanesi – poi con la scelta di sostenere, a prescindere dal merito, tutti gli atti governativi del Governo Renzi. Da quel momento il Psi ha, di fatto, votato tutto quanto proposto dal Governo, dal Jobs Act che rinnegava quasi totalmente lo “Statuto dei lavoratori” fortemente voluto dai socialisti, alla proposta di legge elettorale “Italicum”, mai entrata in vigore per la sentenza della Corte Costituzionale che, sarebbe stata per noi un suicidio politico. Infine, la sciagurata scelta di schierarsi per il no al referendum del 2016, voluto da Renzi, che causò una profonda spaccatura all’interno del nostro partito. L’abbandono di significative battaglie a difesa del mondo del lavoro, dei precari, della scuola e delle categorie più deboli. Atti politici che hanno causato il logoramento degli iscritti, la scomparsa mediatica, l’identità e il voto di opinione verso il Psi”.

“Il mancato rispetto degli impegni presi al congresso del marzo 2019 in cui il nuovo segretario promise il rilancio del partito, dei suoi valori, del simbolo e della sua storia ha fatto il resto. Con i poteri decisionali – dice Milanesi – che hanno continuato, salvo rarissime eccezioni, a candidarsi e candidare iscritti al Psi in liste civiche o all’interno di liste di altri partiti che non hanno mai rappresentato e non rappresentano il socialismo italiano, alla vana ricerca di eleggere qualche rappresentante in enti istituzionali”.

Infine, le regionali di fine settembre: “La sezione lastrigiana, da anni, – conclude – ha continuato a chiedere una diversa linea politica e la presentazione di liste con il proprio simbolo anche in occasione delle elezioni regionali, dichiarando ancora una volta la contrarietà a presentarsi in una lista civica. Questi fatti, queste scelte hanno causato il mio crescente disagio a rappresentare un partito in cui di socialismo è rimasto ben poco”.