Monni (Pd): “Riaprono bar, ristoranti, parrucchieri ed estetiste. Al lavoro per le regole”

FIRENZE – Si affida a un post su Facebook Monia Monni, vice-capo gruppo del Pd in Consiglio regionale, per affrontare la questione delle riaperture di bar, ristoranti, parrucchieri ed estetiste. “Abbiamo vinto la battaglia e il Governo ha accolto la nostra proposta: ieri sera è arrivata la notizia delle riaperture sulla base dei dati epidemiologici […]

FIRENZE – Si affida a un post su Facebook Monia Monni, vice-capo gruppo del Pd in Consiglio regionale, per affrontare la questione delle riaperture di bar, ristoranti, parrucchieri ed estetiste. “Abbiamo vinto la battaglia e il Governo ha accolto la nostra proposta: ieri sera è arrivata la notizia delle riaperture sulla base dei dati epidemiologici regionali. Quindi, in Toscana, dal 18 maggio (non più dal 1 giugno) riapriranno le attività di commercio al dettaglio, bar, ristoranti, estetisti e parrucchieri. Ho aspettato a darvi la notizia perché è stata accompagnata da indiscrezioni circa regole, proposte dal Governo, che renderebbero le riaperture troppo onerose e, quindi, di fatto impossibili”.

“Stiamo lavorando in queste ore – scrive ancora Monni – alla definizione del quadro di regole che dovranno valere per le attività toscane, nel segno della sicurezza e della ragionevolezza. Lo stiamo facendo e lo faremo attraverso un confronto ampio per individuare soluzioni che consentano una vera ripartenza. Servono regole, certo, ma devono essere condivise con gli operatori per garantire la sicurezza e la sostenibilità economica per ciascuna attività, per i suoi lavoratori e i suoi clienti. Presenteremo, quindi, al Governo il piano toscano delle riaperture e i protocolli che ne detteranno le regole. Ci stavamo già lavorando e saremo in grado di chiudere con le linee guida per ogni attività tra giovedì e venerdì di questa settimana”.

“Attenzione però, ce lo siamo detti tante volte: riaprire anticipatamente porta con sé incognite e rischi che è giusto condividere in tutta franchezza. Sapete che mi piace parlare chiaro e intendo farlo anche su questo. Non esiste, ad oggi, alcuna ricerca o pubblicazione scientifica che abbia certificato la stagionalità del virus o che ci faccia pensare ad un suo “depotenziamento”. Riaprire, quindi, significa aumentare inevitabilmente le occasioni di contagio, ma i dati epidemiologici regionali ci consentono di andare in questa direzione. Bene, siamo pronti a farlo”.

“Ora, tutti –  conclude – abbiamo la responsabilità di questa apertura. Il Ministero della salute, con apposita circolare, ha fornito uguali parametri e valori di allerta che se confermano un rischio “alto/molto alto” possono determinare nuove misure di restrittive. Insomma, nuove chiusure e nuove limitazioni alla circolazione. Sono parametri e valori chiari e non interpretabili a piacimento. Lo dico perché se qualcuno non fa la sua parte quando esce per una passeggiata, quando va a fare la spesa o quando si reca a lavoro il rischio è chiaro: incremento dei contagi, sovraccarico del sistema di cure, aumento dei decessi e nuove chiusure. Inutile girarci intorno e parafrasare. Quando usciamo di casa, incontriamo qualcuno o ci relazioniamo nella vita di tutti i giorni è nostro preciso dovere tenere nella mente e nel cuore la sofferenza di chi ha vissuto la malattia, il dolore di famiglie che si sono viste strappare dal virus un proprio affetto e la disperazione di lavoratrici, lavoratori, negozianti, professionisti e imprese per questi mesi di chiusure. Non c’è e non ci sarà spazio per il “fai da te”, ma serve seguire con attenzione e rispetto tutte le indicazioni sulla protezione individuale che abbiamo imparato in questi mesi. Non sarà una passeggiata di salute, ma un percorso a tappe che necessita del contributo di ciascuno”.