Natale 2014. Don Momigli scrive alle famiglie

CAMPI BI SENZIO – Il parroco di San Donnino, don Giovanni Momigli, ha inviato a tutti i parrocchiani un messaggio natalizio che riportiamo di seguito. “Carissimi Fratelli e Sorelle, «Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse» (Is 9,1). Con queste parole, […]

CAMPI BI SENZIO – Il parroco di San Donnino, don Giovanni Momigli, ha inviato a tutti i parrocchiani un messaggio natalizio che riportiamo di seguito.
“Carissimi Fratelli e Sorelle,
«Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse»
(Is 9,1).
Con queste parole, con le quali inizia la liturgia della paro la della notte di Natale, il profeta Isaia esprime una realtà profonda: siamo popolo in cammino, e intorno a noi – e anche dentro di noi – ci sono tenebre, ma siamo anche raggiunti dalla «luce vera, quella che illumina ogni uomo»
(Gv 1,9)
In certi momenti della vita, ci si può trovare in situazioni che ci danno la sensazione di trovarsi in mezzo a tenebre fitte, all’incapacità di individuare la strada da percorrere, soprattutto quando il nostro cuore rimane abbarbicato sul passato o sull’effimero, chiudendosi alla verità e alla novità di Dio. Dio non ha rimosso le tenebre, ma le ha condivise con noi, piantando la sua tenda in una storia dove contraddizione, oppressione, violenza…continuano ad essere presenti e aspezzare la dignità di molti, dando l’impressione di trovarsi proprio in una coltre di buio fitto, in una notte che non è mai raggiunta dall’alba. Ma, anche per noi risuona con forza quanto l’angelo dice ai pastori: andate e «troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia»
(Lc2,12)
Il Bambino che essi trovano è il Verbo che si è fatto carne (cf. Gv 1,14), è l’eccomi di Dio nella storia dell’uomo e del mondo, che a tutti ed a ciascuno, avvolgendoci di luce (cf Lc 2,9), ripete le parole con le quali l’angelo si è rivolto ai pastori: «Non temete» (Lc 2,10).
Non dobbiamo temere: Dio Padre è paziente e sempre ci perdona, perché ci ama.
Anche si ci troviamo a camminare «in terra tenebrosa» non dobbiamo temere, perché in Gesù
Cristo «è apparsa la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini» (Tito 2,11).
La storia di un popolo, come quella personale, domanda la fedeltà ai piccoli frammenti e ai singoli eventi, proprio nella logica dell’incarnazione, ma domanda anche la capacità di saperli leggere per andare oltre e per cogliere il disegno complessivo e i nodi e le promesse che essi portano con sé.
Soffermandomi in preghiera davanti a Gesù bambino, pronto per essere posto nel presepe fatto in chiesa da animatori e catechisti, ho chiaramente percepito come in lui siamo messi in relazione col mistero di Dio e col mistero dell’uomo ed ho sentito la necessità di rinnovare con maggior forza il mio sì a Cristo e all’uomo.
Nella disarmante fragilità del Bambino Gesù, possiamo vedere ogni nostra fragilità, ma anche la tenerezza e l’amore di Dio; un amore che si manifesta in maniera piena sulla croce e facendoci udire un altro annuncio imprevedibile, quello della risurrezione.
Contemplando il Bambino Gesù, non possiamo non ritrovare la forza e il coraggio della speranza, sapendo che la speranza cristiana si fonda sulla fedeltà di Dio ma esige l’impegno personale di ciascuno.
In questo Natale 2014, a tutti voi ed a me stesso, auguro che Dio Padre, sul volto del Gesù bambino, ci faccia ritrovare la luce del suo amore; ci conceda di guardare con occhi nuovi le realtà di ogni giorno; ci fa ccia incontrare sul nostro cammino “angeli” che ci ricordano che siamo figli preziosi agli occhi di Dio e che ci annunciano Cristo e il suo Vangelo.
Buon Natale!
Don Giovanni”