Outfit su misura, tra un caffè e buoni consigli: ecco come Vanessa ha scommesso su Lastra con “Blondie”

LASTRA A SIGNA – Munita di caffè da asporto e croissant, Audrey Hepburn andava a fare colazione davanti alle vetrine di Tiffany, sicura che in quel posto non le sarebbe accaduto niente di brutto. Una fuga dalle “paturnie”, in un posto dove si potesse reinventare. E forse non è un caso che, entrando da “Blondie” […]

LASTRA A SIGNA – Munita di caffè da asporto e croissant, Audrey Hepburn andava a fare colazione davanti alle vetrine di Tiffany, sicura che in quel posto non le sarebbe accaduto niente di brutto. Una fuga dalle “paturnie”, in un posto dove si potesse reinventare. E forse non è un caso che, entrando da “Blondie” a Lastra a Signa in via XXIV Maggio, il tavolo ricordi le dolcezze di una colazione e si possa prendere un caffè seduti sul divano, tra cuscini decorati  con fenicotteri. Magari pensando a come abbinare un paio di stivali a una giacca rossa, una maxi maglia a una borsa.

A raccontarci la sua avventura per #latuastoria stavolta è Vanessa Baldini, imprenditrice lastrigiana che nel 2013 ha aperto “Blondie”, che non si può definire un semplice negozio di abbigliamento. E che le sta dando delle belle soddisfazioni: dopo aver curato il look degli attori della fiction “Pezzi unici” di Cinzia Th Torrini che andrà in onda questo inverno su Rai Uno, Vanessa sta curando gli outfit di Rachele Di Fiore a “Vieni da me” con Caterina Balivo nel pomeriggio di Rai Uno. Vanessa ha cominciato a lavorare anni fa come commessa nel settore moda, fino a capire che doveva scommettere e investire su se stessa, creando un posto che le somigliasse. Ha scelto la sua città natale per farlo.

Vanessa come è nata l’idea di questo posto? Ti aspettavi questo riscontro?

Avevo l’idea di creare ‘un salotto’ dove le amiche potessero venire a raccontarsi, parlare. La cosa che amo fare di più qui è valorizzare la persona che ho di fronte, tirare fuori le sue qualità: quando una donna si sente valorizzata e si vede bella prende sicurezza anche verso il mondo esteriore ed è meraviglioso assistere a questa trasformazione. Non mi aspettavo assolutamente questo riscontro, ha superato ogni mia aspettativa: ci sono clienti che vengono da fuori Firenze e altre che acquistano on line in altre Regioni. Il mio prossimo obiettivo è creare anche un e-commerce.

Il fatto di essere “in provincia” in questo senso non ti ha penalizzato? 

Per niente, anzi probabilmente a Firenze sarei stata “l’ennesima” boutique mentre qui sono riuscita a costruire la mia identità. Inoltre sono lastrigiana e investire sul territorio è stata la mia forza. Sicuramente per superare i confini geografici sono fondamentali i social che utilizzo moltissimo, ad esempio Instagram. E’ tramite i social che sono arrivati delle opportunità di contatto che non avrei mai immaginato, come ad esempio con la costumista della fiction di Rai Uno “Pezzi unici” con la quale ho collaborato per gli abiti degli attori, come Sergio Castellitto. E’ stata un’esperienza incredibile e sto replicando con Rachele Di Fiore per il programma pomeridiano di Rai Uno. Con Rachele (la presentatrice è moglie di Montella, ndr) due anni fa abbiamo realizzato un bellissimo progetto, le Borse ‘Wag’ in onore a come vengono chiamate le moglie dei giocatori di football in Inghilterra: una borsa tonda, come il pallone da calcio, di pelle lavorata interamente in Toscana.

Questa abilità di “vestire” le persone come ti è venuta?

Con tanta gavetta e con persone che hanno creduto in me. Ho lavorato per 15 anni da Patrizia Pepe nei negozi di Firenze: ho cominciato che ero una ragazzina, avevo 20 anni. Ricordo che venivano dei personaggi dello spettacolo e della moda e ho imparato, anche grazie a tantissima formazione, qual era il modo corretto di approcciarsi e inventare uno stile giusto per ogni persona che mi trovavo di fronte. Inoltre, appunto, in azienda hanno creduto in me dandomi delle ottime possibilità di crescita. Ma è anche una questione, come dire, familiare.

In che senso?

Nel senso che la vera prima “Blondie” è stata la mia mamma, una sarta con una boutique di abiti da sposa qua a Lastra a Signa. La mamma creava abiti meravigliosi per signore lastrigiane e non solo che andavano da lei, seguiva le sfilate di Pitti, si interessava di tutto questo mondo. Per capirsi, mia mamma negli anni Sessanta andò a Saint Tropez e prima di partire accorciò le gonne che erano troppo lunghe, mica poteva ‘rimanere indietro’ rispetto alle francesi. Ha sempre avuto intuito e curiosità, da lei ho imparato molto.

Quando hai scelto di aprire la tua attività hai deciso di puntare su alcuni brand che qui non erano ancora molto noti. 

Mi sono differenziata, ho scommesso su aziende, italiane e francesi, che qui non si erano viste perché volevo offrire scelte diverse. Questo devo dire mi ha dato fin da subito ragione. 

Mentre faccio le domande a Vanessa, davanti a un tavolino con sopra bottigliette d’acqua personalizzate di rosa, entrano due clienti. Una si prova una gonna nera lunga, leggera, con rouches che sembrano fiori. Le due amiche sorridono, si raccontano delle novità, prendono un caffè mentre Vanessa le consiglia su come abbinare i capi e i colori. Questa sarà anche l’epoca del 3.0 ma quello che fa la differenza anche sul lavoro è la capacità di approcciarsi agli altri. Vanessa lo fa con garbo e capisce come tirare fuori eleganza, sicurezza, leggerezza, scherzandoci anche su. La moda offre la capacità di inventarsi e pensarsi diverse, tante sé quante sono gli infiniti aspetti di una donna. A pensarci bene, è un giudizio molto superficiale quello che la moda sia frivola.

Per chi fosse curioso di vedere cosa accade da Blondie:  https://www.instagram.com/blondie_boutiqu/?hl=it