Pd, Emanuela Eboli si dimette. “Un partito dove non ci sono margini di dialogo”

CAMPI BISENZIO – Se a Sesto il Pd perde pezzi anche a Campi si cominciano a sentire alcuni scricchiolii di dissenso con le dimissioni di Emanuela Eboli. In una lettera, Eboli, ripercorre la sua storia all’interno del Pd e i motivi delle dimissioni da “tutti gli Organi di partito di cui faccio parte: segreteria, assemblea […]

CAMPI BISENZIO – Se a Sesto il Pd perde pezzi anche a Campi si cominciano a sentire alcuni scricchiolii di dissenso con le dimissioni di Emanuela Eboli. In una lettera, Eboli, ripercorre la sua storia all’interno del Pd e i motivi delle dimissioni da “tutti gli Organi di partito di cui faccio parte: segreteria, assemblea e direzione PD di Campi Bisenzio, Assemblea Metropolitana e Regionale, Direzione Metropolitana”.
I motivi delle dimissioni? La difficoltà di dialogo. “I motivi sono principalmente legati alle difficoltà di rimanere in un Partito che, con Renzi alla guida e i suoi fedelissimi nelle cariche politiche e amministrative del Paese – scrive Eboli – non vede a mio avviso più margini di dialogo per la costruzione di un percorso condiviso, anche col contributo della sua minoranza. La delusione per un Pd delle larghe intese è forte e l’entrata nel Partito di alcune figure della destra italiana non può da molti di noi essere sostenuta.Per me che sono di Campi, inoltre, sentire che per il nostro Segretario Nazionale e Presidente del Consiglio è di gran lunga più facile trovare spazi di mediazione con Denis Verdini piuttosto che con la sua minoranza e Sel, mi pone nella condizione di insostenibile disagio nello spendere ancora il mio nome e il mio impegno per questo partito”.
Oltre a questi motivi, spiega Eboli ci sono le scelte fatte a livello nazionale: dall’abolizione del Ministero per le politiche di integrazione, al Job Act, all’Italicum alla Buona Scuola, fino allo Sblocca Italia, fino agli ostacoli verso il vero riconoscimento dei diritti civili e alla questione della Liguria… e in Toscana il Toscanellum, le candidature regionali, le scelte di aeroporto e inceneritore, della Sanità e degli appalti per la pubblica istruzione.
“Sono arrivata al PD nel 2012 quando una corrente, sicuramente quella più a
sinistra – spiega Eboli – si è fatta espressione e portavoce di temi che sento molto vicini ai miei: ambiente, diritti civili, politiche di interazione, cultura.
Il mio impegno, sia come membro della Segreteria che come Consigliere
Comunale, è stato però fin da subito attivo, come fossi stata al fianco dei miei colleghi da sempre, perché io a questa avventura, a questo partito, ho voluto davvero credere e credere alla parola democrazia di cui si fa vanto il suo nome”.
Emanuela Eboli chiede che “non si stumentalizzi la mia uscita in alcun modo, né da parte dei Partiti all’opposizione né, ancor di più, da parte del PD; ad esempio ricorrendo alla critica impropria, che in questi giorni mi è stata rivolta, che la mia
scelta è una resa precoce o addirittura la riprova che la mia fedeltà al Partito fosse fragile e incerta. Ricordo, se fosse necessario, che il mio agire si unisce all’agire di chi il tempo per restare se lo è giocato tutto… davvero tutto”.