CAMPI BISENZIO – Undici domande. Sono quelle che il Pd campigiano ha rivolto al sindaco di Campi Bisenzio, Andrea Tagliaferri, in merito alla gestione dell’emergenza alluvione. Undici domande, contenute in un documento che “non vuole essere un attacco politico, ma lo spunto per avere dei chiarimenti su come è stata gestita l’emergenza alluvione”. Domande che sono indirizzate anche allo stesso assessore, Tommaso Landi, e che arrivano a due settimane esatte “da un evento drammatico, che nessuno di noi mette in dubbio e sul quale non è nostra intenzione fare dello sciacallaggio”. Eccoli, quindi, i quesiti fatti dal Partito Democratico campigiano: “Quali provvedimenti sono stati presi per affrontare la prevista ondata di piena, da quando hanno avuto contezza della gravità della situazione e cosa hanno fatto per informare la popolazione? Quanti agenti della Polizia Municipale erano in servizio la sera del 2 novembre? Il torrente Marina rompe l’argine di Villa Montalvo alle 21 circa (nella foto il punto preciso, la foto è stata scattata nelle ore successive). Alcune aree della città come San Piero a Ponti verranno pesantemente alluvionate solo qualche ora dopo, cosa si è fatto per avvisare i cittadini? Dalla mattina del 3 novembre, con quali modalità si è cercato di soccorrere i cittadini delle aree alluvionate portando in salvo i più fragili? Quale è stata l’organizzazione per portare acqua e viveri ai cittadini bloccati dall’alluvione? Quale era la catena di comando decisionale durante le prime 48 ore?”.
E ancora: “In data 5 novembre il sindaco afferma che soltanto 172 utenze restano distaccate dall’energia elettrica. Su quali basi visto che la realtà era profondamente differente? Sempre in data 5 novembre Publiacqua elenca le postazioni delle autobotti nei Comuni colpiti dall’alluvione. Come mai Campi Bisenzio è l’unico Comune in cui non era definita una posizione? Per quale ragione si è scoraggiato l’arrivo dei volontari sabato 11 novembre nonostante le previsioni meteo fossero buone? Quali sono i provvedimenti di urgenza adottati dal 2 novembre a oggi'”. Tutto questo perché, come tiene a ribadire il Pd, “nessuno fra i cittadini, nelle ore drammatiche successive alla rottura del muro di contenimento che da argine al torrente Marina, ha avuto nell’immediato la sensazione precisa di ciò che stava accadendo. E’ per questo che vogliamo dare voce ai tanti cittadini che si sono sentiti abbandonati, soprattutto nella zona di San Piero a Ponti, l’ultima a essere raggiunta dall’acqua, quando invece si poteva e si doveva trovare il modo di avvertirli”.