Pier Natale Mengozzi lascia il Pd

CAMPI BISENZIO – Pier Natale Mengozzi ha presentato le dimissioni dal Partito democratico e di conseguenza dalla Direzione comunale del Pd di Campi Bisenzio. Le motivazioni le spiega in una lunga lettera indirizzata ai campigiani in cui spiega la sua storia politica e di amministratore e i motivi che lo hanno portato a fare questa […]

CAMPI BISENZIO – Pier Natale Mengozzi ha presentato le dimissioni dal Partito democratico e di conseguenza dalla Direzione comunale del Pd di Campi Bisenzio. Le motivazioni le spiega in una lunga lettera indirizzata ai campigiani in cui spiega la sua storia politica e di amministratore e i motivi che lo hanno portato a fare questa scelta.

Mengozzi vede nel 2013 il “punto di non ritorno”, con le primarie vinte da Matteo Renzi. “Non metto – scrive l’ex assessore – assolutamente in discussione il risultato. Quando si esprimono milioni di persone deve essere accettato serenamente il responso, anche se personalmente sostenevo con convinzione Gianni Cuperlo. Quello che mi fa ora decidere la mia uscita, è stato il comportamento del segretario del Pd, poi anche premier, perché completamente al di fuori del mio modo di pensare ed agire, a mio giudizio sempre meno giustificabile. Il partito che viene disegnato da Renzi è un partito del Capo”. “Senza dubbio un grande comunicatore – prosegue Mengozzi – che riversa in continuazione idee che di volta in volta vengono annunciate e poi sostituite da altre idee, molto spesso contraddittorie, altrettanto frequentemente cambiate da un giorno all’altro, lanciate in tutti gli spazi mediatici possibili, senza passaggi politici interni, sempre prescrittivi – o vi va bene così o è così – con una dialettica interna azzerata. Contestualmente all’azione del segretario /presidente ‘autopromovente’ cresce sempre più la figura del parlamentare ‘assenziente’. Sta maturando una situazione incredibile: l’annuncio diviene proposta di decreto, il decreto va al voto bloccato al Parlamento e quando si vuole essere sicuri si mette la fiducia. E si esegue!”

Questo a livello nazionale. A livello locale, sostiene Mengozzi, “tanti piccoli personaggi, che imitano il capo senza averne le qualità comunicative ed affabulatorie… tutto diventa un bla bla che sconfina spesso nel niente. Un atteggiamento quasi onirico, di autocompiacimento, infarcito di piccola filosofia e di poca sostanza, che non fa pensare ad una classe dirigente in grado di governare al meglio lo stato sociale e la garanzia dei servizi pubblici per i cittadini. Per citare Campi Bisenzio è da un anno che una Segretaria semplicemente assente su ogni tema che riguardi la città, sulla politica, sul territorio, non riunisce la Direzione comunale. Ma la capisco: il destino di Campi lo decidono da altre parti”. Mengozzi sostiene di aver appoggiato per due anni la minoranza interna del Pd, credendo alla possibilità di una dialettica. “Non è servito a niente – scrive – né ai livelli romani, né a livello locale… ho stimolato risposte a livello locale, confronti sulle cose che ci interessano. Tutto inutile, gelo assoluto”.

Quanto al futuro, Mengozzi scrive: “Voglio dedicare le mie residue energie e la mia passione politica ad un pensiero diverso, che guardi ad una sinistra possibile, sicuramente minoritaria ad oggi, ma con praterie aperte davanti”.