CAMPI BISENZIO – Nell’epoca del “Cucù” (con la decisione, in una scuola della provincia di Padova, di mettere in scena la recita di Natale senza riferimenti cattolici, ovvero senza il nome di Gesù, sostituito appunto da “Cucù”), ci fa veramente piacere ricevere, come tutti gli anni, gli auguri natalizi che don Giovanni Momigli, oltre a quelli pasquali, rivolge regolarmente alla nostra redazione ma anche ai lettori di Piananotizie. Auguri “particolari” quest’anno, soprattutto per il periodo che tanti campigiani stanno vivendo in conseguenza dell’alluvione di inizio novembre. Auguri che noi ovviamente facciamo a don Giovanni e che estendiamo, tramite le sue parole, a chi ci segue quotidianamente. Buon Natale.
P.F.N.
Santo Natale 2023
Preghiera a Gesù
Signore Gesù,
da quando San Francesco lo ha ideato, otto secoli fa, il presepe continua visivamente a ricordarci che un nuovo inizio è sempre possibile, perché tu, nascendo, ti sei fatto compagno di viaggio e cibo di vita. La tua nascita è un evento che ci supera sempre: chiede di crescere in una più solida intelligenza di fede, interpella la responsabilità di ciascuno nei confronti degli altri, ci sollecita a creare legami, a vivere amicizie e ad aprirsi all’amore. Guardare i personaggi del presepe mi fa pensare che ogni persona è portatrice di una storia, di una cultura, di un’esperienza, di propri sogni e che ha bisogno di essere guardata in volto, di essere ascoltata e di costruire relazioni autentiche.
Continuo a guardare i personaggi: i miei pensieri si intrecciano e si fanno preghiera. Penso alle persone che, in vari modi, mi sono state maestre e a quelle che non mi hanno mai fatto mancare la loro amicizia. E penso alle molte persone che incontro, che hanno voluto condividere con me le loro difficoltà personali e familiari, le preoccupazioni per il futuro, l’ansia di risposte a domande che non riescono a formulare.
La mia mente va alle persone e alle famiglie che, anche nel Comune di Campi Bisenzio, vivono la difficoltà di una ripartenza, dopo essere rimaste vittime di un’esondazione improvvisa. E a quelle persone che non possono pensare a nessuna ricostruzione, perché ancora drammaticamente coinvolte in un conflitto armato alimentato dal non riconoscimento dell’altro e dall’odio, come nella terra in cui sei nato e vissuto, in cui hai parlato di amore e hai donato la tua vita per amore.
Osservando le statuette di Maria, tua madre, e di Giuseppe, suo sposo, penso che, con le loro scelte e con l’amore quotidianamente vissuto, ti hanno accolto e anche educato alla fede e alla maturità umana, alla relazione e all’affettività, aiutandoti a crescere «in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini» (Lc 2,52).
Penso che abbiamo bisogno gli uni degli altri, ma non si può delegare a nessun altro quello che, nella nostra unicità, è chiesto a ciascuno di noi. Per costruire un mondo più umano e fraterno e per aiutare le nuove generazioni a crescere positivamente, siamo chiamati a fare quanto è nelle nostre possibilità con passione, intelligenza e apertura all’incontro. È solo con il dialogo che possiamo capire sempre meglio persone, esperienze e situazioni.
Penso che le possibilità di incontro e di ricerca vengono ridotte dalla dilagante sovrapposizione di monologhi, sempre più assertivi e aggressivi, e dai tentativi di eclissare la memoria. Anche la volontà di occultare la festa della tua nascita dallo spazio pubblico, motivata con il rispetto per chi ha un pensiero o un retroterra diverso da quello cristiano, di fatto finisce per favorire i rapporti esistenzialmente non coinvolgenti, perché inibisce chiunque a presentarsi con tutto il suo bagaglio.Signore Gesù, la tua nascita illumini le nostre menti, scaldi il nostro cuore e ci renda capaci di amore e di vita nuova.
Vieni Signore Gesù e che sia per tutti un buon Natale
Don Giovanni
(Nella foto il Presepe realizzato in una vecchia lanterna di ferrovieri e custodito all’interno del Museo di oggettistica ferroviaria “Galileo Nesti”)