Qualità e Servizi. Filippo Fossati, mense scolastiche a Km zero, commenta la sentenza della corte costituzionale

CALENZANO – “Apprezziamo molto la reazione delle assessore all’Agricoltura e alla Scuola della Regione Toscana, Stefania Saccardi e Alessandra Nardini, alla bocciatura da parte della Corte Costituzionale della legge sulla promozione nelle mense scolastiche di prodotti toscani a km 0 e di filiera corta. Questo è anche il nostro sentimento, quello di una azienda pubblica, […]

CALENZANO – “Apprezziamo molto la reazione delle assessore all’Agricoltura e alla Scuola della Regione Toscana, Stefania Saccardi e Alessandra Nardini, alla bocciatura da parte della Corte Costituzionale della legge sulla promozione nelle mense scolastiche di prodotti toscani a km 0 e di filiera corta. Questo è anche il nostro sentimento, quello di una azienda pubblica, Qualità & servizi, che è arrivata a servire nei pasti l’80% di prodotti locali e il 70% forniti direttamente da produttori, investendo nella capacità di cucinare le ricette, proporre ai bambini diversi sapori, spesso cercando nella tradizionale cucina di casa delle nostre terre”. Ad affermarlo, in una nota Filippo Fossati, amministratore unico di Qualità & Servizi sulla sentenza della Corte Costituzionale. “Rispettando il cibo, la sua cultura e chiedendo ai fornitori standard altissimi di salubrità per i bambini e per l’ambiente. – prosegue Fossati – Perché la mensa può fare scelte che migliorano la salute del territorio e ricostruiscono la bellezza del territorio agricolo, anche urbano, e la dignità di chi lo lavora. Questo è il futuro. Lo dice anche la sentenza della Corte Costituzionale che descrive e valorizza tutte le fonti normative che propongono filiera corta e prossimità (che si chiami km 0 o km utile) nelle forniture alimentari come principi premianti nei bandi pubblici, dalla normativa europea al nostro Codice degli appalti ai Criteri ambientali minimi, in ragione della “tutela dell’ambiente e della salute”.

La Corte colpisce solo la scelta di limitare ai soli prodotti toscani, in Toscana, la definizione di km 0 e forse sopravvaluta gli effetti di una legge che stabiliva un piccolo finanziamento biennale per qualche progetto pilota. Credo invece che la Regione avesse voluto dare in questo modo un messaggio potente alle imprese agricole toscane, spingendole sul terreno della qualità e del rapporto con i consumatori locali, a partire dai bambini delle scuole. Questa modalità dunque, ci dice la Consulta, lede la concorrenza e non va bene. La giunta toscana farà quindi in altro modo, ma quel messaggio in Toscana dovrà comunque arrivare, perché per far mense buone abbiamo bisogno di produttori che vogliano far comunità con le famiglie, con i consumatori locali, per migliorare la vita di ciascuno e la salute dei nostri terreni. Aziende toscane, come la nostra, sono pronte a dare una mano”.