Quel giorno sul K2: al Cinema Grotta il CAI Sesto presenta un docu-film sulla storica spedizione

SESTO FIORENTINO – E’ il 31 luglio 1954 quando la spedizione del Club Alpino Italiano, guidata da Ardito Desio e di cui faceva parte un giovane Walter Bonatti, tocca per la prima volta la vetta del K2. Quella seconda montagna più alta della terra ma soprattutto una delle più difficili e pericolose. Lassù, a 8.611 metri, giungono […]

SESTO FIORENTINO – E’ il 31 luglio 1954 quando la spedizione del Club Alpino Italiano, guidata da Ardito Desio e di cui faceva parte un giovane Walter Bonatti, tocca per la prima volta la vetta del K2. Quella seconda montagna più alta della terra ma soprattutto una delle più difficili e pericolose. Lassù, a 8.611 metri, giungono due degli scalatori che compongono il gruppo degli alpinisti e, per la prima volta nella storia, viene filmata la sommità di uno dei colossi del massiccio del Karakorum.

A ricordare quella vicenda un documentario del CAI che sarà presentato in collaborazione con il Grotta al Cinema Grotta mercoledì 23 febbraio alle 21.15 “Riprese di Mario Fantin per Italia K2”. Mario Fantin è il cineoperatore che documenterà l’intera vicenda della spedizione. Spedizione che tra i suoi intenti aveva quello di dimostrare al mondo che l’Italia poteva lasciarsi alle spalle il ricordo della recente sconfitta nella guerra mondiale.

Il documentario racconta l’evento: dall’arrivo in Pakistan alla marcia di avvicinamento alla montagna, per continuare con le varie fasi della scalata e con il ritorno degli alpinisti al campo base. Le riprese furono poi utilizzate dal regista Marcello Baldi per il noto documentario “Italia K2”, uscito con grande successo nelle sale cinematografiche l’anno successivo. Nel restaurare questo film, la Cineteca di Bologna e il CAI hanno colto l’occasione per realizzare un nuovo documentario con il girato originale: “Riprese di Mario Fantin per Italia K2”, uscito in distribuzione solo da qualche giorno. Le immagini, definite “così potenti che si ha la sensazione di assistere al compimento dell’ultima odissea umana sulla terra”, raccontano quella che mediaticamente è stata forse la più grande impresa alpinistica della storia, che ha ribattezzato per sempre il K2 come la “montagna degli italiani”.