Riaperture del 3 giugno, Rossi: “Tocca al Governo decidere ma chiedo di non avere fretta”

FIRENZE – “Sulle riaperture dei confini fra le Regioni annunciata per il 3 giugno, tocca al Governo decidere. È il Governo che ha i dati e il potere per farlo. Tuttavia dico che bisogna stare attenti, non possiamo essere frettolosi”. Si è espresso così il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi alla vigilia della decisione […]

FIRENZE – “Sulle riaperture dei confini fra le Regioni annunciata per il 3 giugno, tocca al Governo decidere. È il Governo che ha i dati e il potere per farlo. Tuttavia dico che bisogna stare attenti, non possiamo essere frettolosi”. Si è espresso così il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi alla vigilia della decisione che in queste ore dovrà essere presa dal Governo in vista della riapertura dei confini fra le regioni.  

“In  una regione come la Lombardia – afferma Rossi – ancora oggi si concentra la metà dei casi positivi registrati a livello nazionale, un numero nemmeno paragonabile a quello della Toscana, dove i casi si contano ormai sulle dita di una mano. Per questo non capisco l’insistenza del governatore Fontana e nemmeno quella del sindaco di Milano Sala. Occorre più coesione nazionale. E vale per tutti: per le regioni a maggiore prevalenza del virus e per quelle a minore prevalenza. Chiedo pertanto esplicitamente al Governo: o si fa un provvedimento distinguendolo per regioni come Lombardia, Piemonte e Liguria che sono ancora più esposte al contagio delle altre, oppure, come sarebbe ragionevole, si aspetta un’altro po’ tutti, in attesa di maggiore uniformità dei dati”.

“Sia ben chiaro – conclude Rossi – noi in Toscana, come sempre, faremo la nostra parte, ma non vogliamo guerre regionali. Tocca al Governo decidere. Se fu un errore non chiudere in tempo quelle realtà da cui sono partiti i focolai maggiori, ora ci aspettiamo che non se ne commetta un altro riaprendole fuori tempo. Allo stesso tempo evitiamo di lasciar correre l’idea di limitazioni che andrebbero contro la Costituzione ed evitiamo scemenze come il lasciare credere che esistano patenti di immunità. Le uniche armi che abbiamo sono la prevenzione primaria: igiene, distanza, mascherine e il contenimento del contagio attraverso il tracciamento, il trattamento e le terapie”.