Rivolta cinesi, il Pd interroga il governo: “Quali misure?”

SESTO FIORENTINO – Il senatore Giuseppe Lumia (Pd) ha presentato un’interrogazione ai ministeri dell’Interno e della Difesa per sapere “quali misure i ministri intendano intraprendere, di tipo sia preventivo che repressivo e punitivo, per intervenire a contrasto del fenomeno in costante evoluzione della criminalità cinese a Firenze e Prato”. Nell’interrogazione Lumia fa riferimento al Rapporto […]

SESTO FIORENTINO – Il senatore Giuseppe Lumia (Pd) ha presentato un’interrogazione ai ministeri dell’Interno e della Difesa per sapere “quali misure i ministri intendano intraprendere, di tipo sia preventivo che repressivo e punitivo, per intervenire a contrasto del fenomeno in costante evoluzione della criminalità cinese a Firenze e Prato”. Nell’interrogazione Lumia fa riferimento al Rapporto 2016 della Fondazione Caponnetto sulla “Criminalità cinese a Firenze, Prato e dintorni” e alla rivolta dei cinesi a Sesto Fiorentino del 29 giugno scorso durante un controllo della Asl in un’azienda. “In Toscana, e in particolare a Firenze e Prato, – spiega Lumia nel testo – vi è storicamente una forte presenza della criminalità organizzata cinese con la famiglia mafiosa Hsiang, primo caso di applicazione dell’art. 416-bis del codice penale in Italia a una mafia straniera nel decennio scorso; l’episodio purtroppo non è isolato. In data 10 giugno c’è stata una brillante operazione della polizia di Prato che ha portato a undici arresti. All’interno del contesto criminale il leader cinese colpito dalla misura cautelare aveva un ruolo associativo importante e risultava inserito nella comunità cinese. Il 5 maggio la Dia ha confiscato beni per oltre 500.000 euro a un cinese indagato per contraffazione ed evasione fiscale”. “In Toscana – continua – la criminalità mafiosa cinese ha sempre cercato di agire in modo sommerso. Esistono tre tipologie criminali nel territorio: le triadi (strutture orizzontali in contatto tra loro che controllano in modo capillare le attività economiche delle comunità cinesi, lo sfruttamento dei clandestini e della manodopera, il gioco d’azzardo, la prostituzione, il narcotraffico ed il racket), le gang (bande organizzate di giovani, utilizzate spesso dalle triadi per effettuare un vero e proprio controllo del territorio, attraverso estorsioni, rapine, regolamenti di conti), la mafia borghese cinese intenta ad aggirare la normativa italiana, abile nel campo della contraffazione e del riciclaggio”.