“Rivolte e rivoluzioni” alla seconda edizione del festival “Giorni di storia”

SESTO FIORENTINO – Dalla Biblioteca Ragionieri a Villa San Lorenzo al Teatro della Limonaia: sono questi i luoghi in cui si terrà dal 27 novembre al 5 dicembre la seconda edizione di Giorni di Storia il festival promosso dall’amministrazione comunale di Sesto Fiorentino. Tra gli ospiti di questa 2/a edizione Fausto Bertinotti, Tomaso Montanari, Mimmo […]

SESTO FIORENTINO – Dalla Biblioteca Ragionieri a Villa San Lorenzo al Teatro della Limonaia: sono questi i luoghi in cui si terrà dal 27 novembre al 5 dicembre la seconda edizione di Giorni di Storia il festival promosso dall’amministrazione comunale di Sesto Fiorentino. Tra gli ospiti di questa 2/a edizione Fausto Bertinotti, Tomaso Montanari, Mimmo Franzinelli, Adelmo Cervi, Riccardo Michelucci, Guido Carpi.”Rivolte e rivoluzioni”, questo il tema intorno a cui ruoteranno gli interventi: le ferite aperte del colonialismo, la lotta ancora attualissima di Rosa Parks, l’illuminismo psichedelico come risposta alla caduta delle utopie e poi e le barricate della Resistenza, la fine conflitto in Irlanda del Nord come modello di pace per nuovi scenari bellici, l’azione dirompente di figure come Anita Garibaldi, Rosa Luxemburg, Marie Curie, Virginia Woolf. La manifestazione, nata per volontà del sindaco Lorenzo Falchi e dell’assessore alla cultura Jacopo Madau, gode del contributo di Città Metropolitana di Firenze e Unicoop Firenze. Tutti gli eventi sono a ingresso gratuito.

“Siamo soddisfatti di poter rinnovare l’appuntamento con Giorni di Storia – spiega il sindaco Lorenzo Falchi – un festival nato lo scorso anno con l’ambizioso obiettivo di offrire occasioni di approfondimento e conoscenza della storia. Il tema di quest’anno si incentra su rivolte e rivoluzioni intese come momenti di passaggio e cambiamento, anche traumatico, attraverso il quale la storia e la società si trasformano. Il ritorno violento sulla scena delle guerre alle porte dell’Europa ci richiamano all’importanza di conoscere non solo i fatti di oggi, ma anche le loro cause, le loro interpretazioni storiografiche, elementi indispensabili per comprendere fino in fondo la contemporaneità. Ringrazio la Città Metropolitana che ha sostenuto fin dall’inizio questo progetto e Unicoop Firenze per il supporto e il contributo che lo hanno reso possibile”.

 “Dopo il grande riscontro ottenuto nella scorsa edizione – aggiunge l’assessore Jacopo Madau – quest’anno abbiamo cercato di ampliare il programma con proposte innovative accanto ai più classici incontri frontali con storici ed esperti dedicati a singoli fatti e questioni. Particolarmente importante è il seminario rivolto agli insegnanti e dedicato al racconto della storia ai bambini. L’idea è quella di offrire alla nostra comunità educante una serie di strumenti e spunti di riflessione aggiuntivi per raccontare la storia ai più piccoli, coinvolgendo attivamente nel festival il mondo della scuola che per tutti è il primo luogo di conoscenza. Rispetto allo scorso anno, abbiamo allargato l’orizzonte oltre i confini italiani, attraversando nel tempo tutto il Novecento, ma toccando nello spazio diversi paesi europei, come la Russia, la Germania, l’Irlanda del Nord. Abbiamo confermato gli appuntamenti dedicati ai bambini, uno dei tratti distintivi di Giorni di Storia, e cercato di proporre il racconto storico attraverso linguaggi diversi, come la musica, il teatro e il cinema”. 

presso la Sala Meucci della Biblioteca Ragionieri (piazza della Biblioteca 4): il già segretario di Rifondazione Comunista e presidente della Camera dei Deputati Fausto Bertinotti terrà un incontro dal titolo “Il significato della rivoluzione nel ‘900” (29 novembre alle 18); lo storico Mimmo Franzinelli introdurrà al pubblico il suo ultimo lavoro “Schiavi di Hitler. I militari italiani nei lager nazisti 1943-1945” (Mondadori), una pagina dolente e poco conosciuta della Seconda guerra mondiale tra riflessione storica e narrazione di vita quotidiana attraverso la voce dei sopravvissuti, uomini senza nome ma anche figure note, da Giovannino Guareschi a Mario Rigoni Stern (27 novembre alle 18);  il giornalista Riccardo Michelucci, esperto di politica e cultura d’Irlanda, discuterà dell’accordo che nel 1998 ha sancito la fine di 30 anni di conflitto civile tra Londra e Belfast, solido anche di fronte agli scossoni della Brexit, e di come potrebbe essere replicabile in altri contesti (28 novembre alle 18.30); il docente di letteratura russa presso l’Università di Napoli “L’Orientale” Guido Carpi  racconterà l’Ottobre Rosso che segnò la fine della Russia zarista nel panel “Dalla rivoluzione d’ottobre alla morte di Lenin” (1 dicembre alle 18).

Novità di quest’anno l’ingresso del cinema documentario all’interno della programmazione. Adelmo Cervi, figlio Aldo, forse il più noto dei sette fratelli dei quali ricorre l’ottantesimo anniversario dell’eccidio, sarà ospite del festival per uno sguardo intimo e personale su una storia che è diventata patrimonio collettivo a partire dal docufilm “I miei sette padri” (2023), che verrà proiettato sempre presso la sala Meucci della Biblioteca Ragionieri alla presenza della regista Liviana Davi. Adelmo Cervi è un uomo inquieto, un antifascista militante segnato dal destino, sin da quando perse il padre partigiano sotto il piombo di un plotone di esecuzione fascista. I sette fratelli Cervi sono un mito della Resistenza, ma chi erano davvero? Ecco la domanda che guida la ricerca di Adelmo in questo film ispirato al suo libro “Io che conosco il tuo cuore” e ricco di testimonianze e materiali inediti (30 novembre alle 18). Ancora cinema in collaborazione con due istituzioni illustri: l’Istituto Ernesto De Martino e l’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico (AAMOD) con un pomeriggio dedicato a una rivoluzione poco nota in Italia ma che continua ad avere eco in Francia, connettendosi al sempre più attuale dibattito sulla decolonizzazione: quella che ha attraversato l’Algeria dal 1954 al 1962. Proprio la sede dell’Istituto De Martino, Villa San Lorenzo (via degli Scardassieri 47) ospiterà la proiezione di “Algeria: anno settimo”, reportage prodotto a 7 anni dalla lotta armata con la regia di Pompeo De Angelis. A seguire dibattito alla presenza di Vincenzo Vita (presidente AAMOD), Luca Peretti e Paola Scarnati (curatori del volume ANNALE 2002 dell’AAMOD) con il coordinamento di Mariamargherita Scotti (Responsabile patrimonio archivistico Istituto Ernesto de Martino, 2 dicembre alle 17).

Altro nuovo arrivato nella proposta del festival è il teatro, con due spettacoli in scena presso il Teatro della Limonaia (via Gramsci 426). In cartellone “Eretici”, lavoro di e con Tomaso Montanari, in scena insieme all’attrice Daniela Morozzi con musiche dal vivo firmate Stefano Cocco Cantini, sui grandi sacrileghi che hanno attraversato ogni epoca, da Don Milani a Caravaggio, da Tina Anselmi a Lev Tolstoj. Donne e uomini che hanno dimostrato per tutta la vita che costruire un mondo diverso è possibile, difficile, ma sempre più necessario, in una produzione Lo Stanzone delle Apparizioni e Loft Produzioni Srl per la regia di Matteo Marsan (5 dicembre alle 21). Ancora: “Rock Tales: The Dream. Un viaggio dall’Utopia alla Psichedelia”, suggestiva incursione nell’atmosfera che ha caratterizzato il periodo tra gli anni ’60 e il dopoguerra, con Cristiano Burgio e la sonorizzazione live di Fedrico Piras e Jacopo Meille, a cura di Socialisarte. Dall’aspirazione a un mondo migliore condensata dal celebre discorso di Martin Luther King al timore del futuro che farà prendere alla società una deriva psichedelica, intesa come fuga da una realtà che ha deluso, che ha visto infrangersi tutti i suoi sogni (4 dicembre alle 21).

Ancora novità con lo spazio dedicato agli insegnanti di storia di scuole elementari e medie – ma aperto anche a tutti gli interessati – per approfondire nuove metodologie didattiche con Luisa Tasca, docente di Storia contemporanea all’Università di Firenze e autrice del libro “La storia raccontata ai bambini” (Mondadori) presso la Biblioteca Ragionieri, sala Meucci. Avviando un dialogo inconsueto tra storici e pedagogisti, Tasca indaga le rappresentazioni del passato rivolte all’infanzia e come queste siano cambiate nel tempo e nello spazio, per offrire uno strumento originale con cui orientarsi nell’intricato mondo della storia e dell’immaginazione, dei vecchi e dei nuovi media, dei modi con cui si forma una coscienza storica nei più piccoli. In base a quali criteri gli adulti selezionano i contenuti della storia che ritengono più adatti ai bambini? Che cosa questi criteri ci dicono sulla cultura degli adulti, prima ancora che sui bambini? Imparare la storia è un esercizio che avviene in luoghi diversi e coinvolge un’ampia varietà di soggetti, istituzioni, narrazioni, reti, mezzi di comunicazione. Di questa pluralità deve dar conto l’insegnante (28 novembre alle 17.30).

Si conferma la grande attenzione ai più giovani, con un programma pensato appositamente per loro ospitato dalla sala ragazzi della Biblioteca Ragionieri. Lo scrittore Premio Andersen Fabrizio SIlei terrà un incontro/spettacolo dai 9 anni in su a partire dal suo albo illustrato “L’autobus di Rosa” (Orecchio acerbo), pubblicato in 10 paesi e vincitore di prestigiosi premi sia in Italia che all’estero sul gesto che ha reso immortale Rosa Parks, quando il 1 dicembre 1955 nell’America segregazionista si rifiutò, sull’autobus, di cedere il posto a un bianco (1 dicembre alle 17.30). La vicenda di Maria Dalle Donne, che nel 1799, a soli ventun anni, passa alla storia ottenendo una laurea in scienze mediche presso l’Università di Bologna, crea non senza difficoltà un’innovativa scuola per levatrici e stringe con altre due giovani donne, Lucia e Teresa, un legame d’amicizia capace di sfidare i tanti pregiudizi maschili dell’epoca, sarà al centro dell’incontro con Grazia Gotti, fondatrice del centro studi rivolto ai librai per l’infanzia Accademia Drosselmeier e autrice di “Tre amiche e una rivoluzione” (Editoriale scienza), dagli 11 anni (30 novembre alle 17.30). Gli eventi per ragazzi sono a numero chiuso, prenotabili su bibliosestoragazzi.it.

Da non perdere presso l’Istituto Ernesto de Martino la mostra “Racconti voci canti – Ascoltare Gianni Bosio a cento anni dalla nascita”, che l’istituzione dedica al suo fondatore offrendo, per la prima volta, la possibilità di entrare nel suo laboratorio di ricerca ascoltando la materia viva di canti, racconti, storie di vita, testimonianze e suoni da lui raccolti in più di dieci anni di registrazioni, con la curatela di Mariamargherita Scotti in collaborazione con Antonio Fanelli e Valerio Strinati. Foto, pubblicazioni e documenti sonori inediti del celebre storico, editore, curatore e ricercatore musicale, tratti dal del Fondo Ida Pellegrini, la sezione della nastroteca dell’Istituto de Martino “per la conoscenza critica e la presenza alternativa del mondo popolare e proletario” che Bosio decise di intitolare a sua madre e che rappresenta ancora oggi il cuore pulsante di uno degli archivi sonori più importanti d’Europa (inaugurazione il 28 novembre alle 17.30, visitabile fino al 10 dicembre).