Se non ci passi aspetta, no? E invece… La storia dello scuolabus e del buonsenso che manca

SESTO FIORENTINO – La scuola non è solo un diritto. È soprattutto un dovere, per se stessi e per la società. Un diritto-dovere costituzionale che eleva i cittadini ad una dignità e che, nel passato, per la sua mancanza, li ha schiacciati nell’ignoranza e nella povertà. Ma nella Costituzione non c’è scritto nulla a proposito […]

SESTO FIORENTINO – La scuola non è solo un diritto. È soprattutto un dovere, per se stessi e per la società. Un diritto-dovere costituzionale che eleva i cittadini ad una dignità e che, nel passato, per la sua mancanza, li ha schiacciati nell’ignoranza e nella povertà.

Ma nella Costituzione non c’è scritto nulla a proposito degli scuolabus.

Questa mattina, giorno di pioggia, i genitori sono impazziti per portare a scuola i loro figli sani, salvi, asciutti e con l’automobile. Ma oltre a questa abitudine ci sono anche gli scuolabus, eccezionale servizio, utili e pratico, del quale si è potuto fare a meno per secoli.

Ma la questione non è questa: come fa un cammello a passare dalla cruna di un ago? Ecco il nostro scuolabus, questa mattina lo ha dimostrato.

Giungendo in una strada stretta, maledettamente stretta. Con due ali di auto parcheggiate dai genitori impauriti dalla pioggia e atterriti nella difesa della salute dei propri figli, un oscuolabus ha trovato l’asse stradale impegnato da alcune auto che procedevano in senso contrario alla sua marcia. L’autista ha pensato bene di fermarsi e far transitare i veicoli che gli avrebbero impedito la marcia? No, ha pensato bene di impegnare l’asse stradale bloccando la luce della strada ai veicoli che hanno dvuto fare una complessa manovra di retromarcia per quasi cento metri e far passare il veicolo giallo. Evviva il diritto allo studio. Speriamo che insegnino anche il buonsenso.

(Nella foto le auto che fanno retromarcia)