Sfiducia. Rifondazione, sì a chi dice “no” all’inceneritore

SESTO FIORENTINO – Non appassionati di “gossip politico sulle manovre in consiglio comunale, ma ci esprimiamo senza dubbio o ambiguità a favore di ogni passaggio che rafforzi il rifiuto all’inceneritore”. E’ così che Rifondazione comunista interviene nella vicenda della sfiducia del sindaco Biagiotti che ringrazia “tutte le compagne e i compagni di Rifondazione del Circolo […]

SESTO FIORENTINO – Non appassionati di “gossip politico sulle manovre in consiglio comunale, ma ci esprimiamo senza dubbio o ambiguità a favore di ogni passaggio che rafforzi il rifiuto all’inceneritore”. E’ così che Rifondazione comunista interviene nella vicenda della sfiducia del sindaco Biagiotti che ringrazia “tutte le compagne e i compagni di Rifondazione del Circolo di Sesto Fiorentino che sono a disposizione per ogni processo di ricostruzione della sinistra a partire dal merito delle questioni e dall’opposizione al Partito Democratico”.
Rifondazione Comunista “saluta positivamente l’aprirsi delle contraddizioni della sinistra di governo all’interno del Comune di Sesto Fiorentino”. Secondo Rifondazione è “importante che su temi fondamentali per tutto il territorio della provincia fiorentina, come inceneritore ed ampliamento dell’aeroporto di Peretola, si possa allargare il fronte di opposizione alle politiche del Partito Democratico”.
Rifondazione tende, quindi, quindi la mano ai consiglieri del Pd che hanno presentato la mozione di sfiducia
“Vogliamo quindi ignorare quel piano della discussione politica che gioca con la categoria della coerenza per alimentare divisioni e giochi tattici – si legge nella nota di Rifondazione – Consiglieri comunali eletti poco più di un anno fa all’interno del Partito Democratico e forze politiche che in passato hanno appoggiato il percorso che ha portato al progetto dell’inceneritore di Case Passerini potranno chiaramente diventare compagne e compagni di strada per la costruzione di un nuovo soggetto unitario. Gli errori della sinistra sono diffusi e attraversano tutte le organizzazioni esistenti, pesando spesso sulle proposte di nuovi progetti. L’unico modo per superarli è mettere al centro il territorio e i militanti iscritti o non iscritti ai partiti, ma da anni attivi nella difesa dei diritti dei cittadini”.