CAMPI BISENZIO – Si è conclusa in maniera definitiva la vicenda giudiziaria che ha coinvolto Francesco Frutti, all’epoca dei fatti agente della Polizia municipale di Calenzano e dal 2019 al 2024 a capo del corpo di Polizia locale di Campi Bisenzio, finita negli anni scorsi all’attenzione della cronaca locale. Tutto ha avuto origine da due e-mail inviate nel 2018 a vari uffici comunali, con le quali veniva segnalata una possibile anomalia nella composizione della commissione di un concorso pubblico indetto da alcune amministrazioni della Piana. Nelle e-mail, inviate anche all’attenzione della responsabile dell’ufficio del personale e del segretario generale di Calenzano, si faceva riferimento alla possibilità che la presidente della commissione avesse un rapporto di conoscenza con due candidati.
Le segnalazioni, inviate anche in doppia copia per ovviare a un primo messaggio che non era stato recapitato, furono interpretate da parte civile come diffamatorie. La presidente di commissione si costituì parte civile e il giudice di pace di Prato ritenne il contenuto diffamatorio, condannando Frutti al pagamento di una multa e al versamento di una provvisionale alla controparte. Da parte sua, Frutti si è sempre difeso sostenendo di aver semplicemente esercitato il diritto di segnalare un’anomalia, ritenuta potenzialmente problematico per la regolarità del concorso ai sensi della normativa anticorruzione. In seguito a questo primo giudizio, la vicenda è proseguita nei gradi successivi di giudizio.
In particolare, il Tribunale di Prato, in grado di appello, ha assolto Francesco Frutti con la formula “perché il fatto non sussiste”, ribaltando l’esito del precedente giudizio e disponendo la restituzione delle somme precedentemente versate da Frutti alla controparte. La decisione è stata poi confermata dalla Corte di Cassazione, che ha respinto il ricorso presentato, rendendo la pronuncia definitiva e irrevocabile. Con queste sentenze, la giustizia italiana ha stabilito che il comportamento contestato non costituiva reato e non integrava diffamazione, escludendo ogni profilo di responsabilità penale a carico dell’interessato e ribadendo il diritto di avanzare segnalazioni in linea con le normative anticorruzione. Francesco Frutti, contattato telefonicamente, ha preferito non rilasciare dichiarazioni in merito alla vicenda.
