Sicurezza nelle città. Il sindaco Falchi “Il lavoro che possiamo fare è investire sul sociale”

SESTO FIORENTINO – Parlare di sicurezza vuol dire affrontare il tema in modo complessivo nel senso sociale e urbano della quotidianità: è quanto ha sottolineato Mario Batistini, segretario generale Spi Cgil Firenze, concludendo oggi il convegno promosso da Sei-Cgil Firenze e Spi Cgil Lega di Sesto Fiorentino, dal titolo “Sicuramente insieme – Migliorare il proprio territorio […]

SESTO FIORENTINO – Parlare di sicurezza vuol dire affrontare il tema in modo complessivo nel senso sociale e urbano della quotidianità: è quanto ha sottolineato Mario Batistini, segretario generale Spi Cgil Firenze, concludendo oggi il convegno promosso da Sei-Cgil Firenze e Spi Cgil Lega di Sesto Fiorentino, dal titolo “Sicuramente insieme – Migliorare il proprio territorio per vivere più sicuri” che si è tenuto in municipio alla presenza del Questore di Firenze Armando Nanei, del sindaco Lorenzo Falchi e di Simonella Mazzanti, segretaria Spi Cgil Sesto Fiorentino, di Chiara Tozzi, segreteria Spi Cgil Firenze, dei rappresentanti del Commissariato di Sesto Fiorentino e di esperti della Polizia delle telecomunicazioni.

“Da sempre Spi Cgil si occupa del tema della sicurezza – ha detto Mazzanti – in particolare di quella rivolta agli anziani e lo abbiamo fatto con la realizzazione di un libretto dal titolo Non ci casco, aggiornato nel corso degli anni. Oggi abbiamo voluto fare il punto su questo tema, ma iniziative come quella attuale verranno ripetute in altri Comuni”.

“Non ci casco” è una pubblicazione che raccoglie alcune semplici regole di comportamento per evitare di cadere nei trucchi messi in atto dai malintenzionati. Sono spesso le truffe e raggiri nei confronto della popolazione più debole che segno rendono insicuri e generano paure, ma anche la scarsa illuminazione della città, le strade maltenute o il traffico sostenuto, la difficoltà di spostarsi in città, sono elementi che rendono poco sicura la quotidianità delle persone.

“Il più grande investimento in sicurezza che si può fare – ha detto il sindaco Falchi – è continuare ad investire a dare una mano a chi è rimasto indietro, a chi si trova in un momento di difficoltà economica, a provare a ridurre la marginalità sociale. Sono investimenti che costano e noi l’abbiamo incrementata negli anni anche se non è sufficiente a dare una risposta a tutti i bisogni anche nuovi che la crisi economica e sociale di questi anni ha provocato e non si vedono immediatamente i risultati, ma in una città dove c’è più povertà e più marginalità sociale vede aumentare i reati e quel grado di cultura in cui si può insinuare l’insicurezza. Credo che quello che possiamo fare è quello di lavorare in una società più solidale e fare qualche esperimento come quello della polizia urbana di prossimità. Abbiamo iniziato nel quartiere di Quinto per incrementare il lavoro di contatto e relazione con il cittadino”.

“La sicurezza urbana è definita dalla leggemcome un bene pubblico relativo alla vivibilità e al decoro delle città da perseguire anche attraverso il contributo congiunto degli enti territoriali – ha detto Chiara Tozzi – con interventi come la riqualificazione o recupero di aree degradate, l’eliminazione della marginalità, la promozione e il rispetto della legalità. Il fenomeno della frammentazione sociale, della paura e della violenza e dell’esaltazione dell’individualismo appare in forte crescita. L’obiettivo di tutti deve essere quello di arginarlo costruendo un’idea forte e nuova che potremo definire la città delle relazioni. La sfida è quella di declinare la sicurezza urbana nelle politiche dell’abitare, della mobilità, di una città sicura, adatta a tutti con un arredo urbano più accogliente. Questo lo possiamo fare in sinergia con le istituzioni locali. Nonostante i dati del Ministero ci informino sul calo dei reati delittuosi quasi dimezzati negli ultimi 10 anni, gli stessi numeri ci dicono che non c’è alcuna relazione effettiva tra l’andamento dei reati e la presenza di cittadini stranieri”.

Per il 78% degli italiani, ha detto Tozzi, la criminalità è aumentata e il 39% ritiene sia più facile acquistare un’arma. Le truffe, in particolare alle persone anziane, sono un elemento che crea insicurezza. Le vittime dei reati di truffa (persone sopra i 65 anni) nella provincia di Firenze nello scorso anno sono state 381.

“E’ tema complesso e non solo quelle delle truffe agli anziani perché soprattutto le truffe telematiche coinvolgono tutti – ha detto il Questore Nanei – siamo vissuti in un’altra epoca dove non eravamo abituati a dubitare di tutti. E’ una questione mentale: siamo portati ad aprire le porte e non è una bella cosa dire di non aprire le porte. Sesto è una delle due città della provincia dove ha sede un commissariato di pubblica sicurezza e non è poco, con la possibilità di godere di servizi della Polizia fornisce ai cittadini. Sesto è una città molto importante e il commissariato ha un senso, ci sono anche i carabinieri: c’è il calo dei reati. Firenze è ai primi posti per reati predatori, è vero che ha 380mila abitanti, ma l’area metropolitana ne ha oltre un milione e dati sono falsati. C’è una percezione di insicurezza e su questa dobbiamo lavorare”.