Stare a casa. Il diario della Prof. “Silenzio. Magnifico silenzio” (2)

CALENZANO – Uno dei vantaggi di stare a casa è il silenzio delle nostre città. A volte sembra eccessivo, altre volte tranquillizza e permette di riposare. Cambiano i tempi e ritmi. Meri Coscarelli, insegnante di lingue al Calamandrei ci racconta come si vive la quotidianità al tempo del coronavirus. “Siamo obbligati a restare a casa, […]

CALENZANO – Uno dei vantaggi di stare a casa è il silenzio delle nostre città. A volte sembra eccessivo, altre volte tranquillizza e permette di riposare. Cambiano i tempi e ritmi. Meri Coscarelli, insegnante di lingue al Calamandrei ci racconta come si vive la quotidianità al tempo del coronavirus.

“Siamo obbligati a restare a casa, quindi, per chi non ha figli, come colei che scrive e che voi, gentilmente, leggete, il silenzio è un compagno, un amico fedele…però, mi rendo conto che non ero abituata a questo.
Giorni, ore, momenti, minuti… sembra di non vivere, vero? Penso e ripenso ai miei ragazzi. In questo periodo il mondo vi sembrerà più brutto, perché un nemico invisibile ci sta “sconvolgendo” le giornate, la nostra quotidianità…ma non dobbiamo permettergli di abbatterci, perché tutto, anche la “scimmia di Gabbani”, si rialza e balla.
Tutto riprenderà a sorridere ( non solo quella faccina gialla che inviamo insieme alle nostre parole), a sorriderci, a sorridervi, care ragazze e cari ragazzi: ne sono sicura! Per questo approfittatene per godervi questi giorni familiari. Questa strana e imprevista quotidianità. Così sarà ancora più bello, per esempio, cucinare con la mamma la ricetta preferita del babbo, giocare a Monopoli con il fratellino più piccolo e la mamma (che soddisfazione comprare Parco della Vittoria), magari la farete anche vincere (come ha sempre fatto con me mio nipote Yuri), per vedere quel suo bellissimo sorriso illuminarle il volto affaticato e preoccupato per questa improvvisa e strana vacanza. Oppure: potrete finalmente sistemare le foto che avevate quasi dimenticato in quella scatola di latta dai colori sgargianti o ascoltare musica (esercitando così le lingue studiate a scuola).
Insomma, cose da fare, in casa, ce ne sono sempre tante, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Poi ci sono le lezioni online. La scuola non vi abbandona… Qualcuno dirà “meno male”, in pochi (spero) diranno “purtroppo”.
Ma sono sicura che siete già diventati bravi. Vi immagino spegnere il computer con l’aria soddisfatta di colui o colei che ha fatto il suo dovere: “Anche questa è fatta: che bravo/brava che sono!” Ditevelo, perché vi farà piacere, ma, soprattutto, perché ve lo meritate!
Ciao, ragazzi.
Buonanotte.
Io continuo e vi aspetto
la prof”