Stare a casa. “Negli occhi dei nostri ragazzi c’è il domani che verrà” (1)

“CALENZANO – Stare a casa significa anche riscoprire modi diversi per viaggiare. Meri Coscarelli è un’insegnante di scuola superiore, insegna lingue straniere e grande viaggiatrice. Per Piananotizie è stata e sarà sempre la nostra Giramondo che ci ha raccontato di viaggi esotici e lontani, luoghi, persone e immagini, e proprio mantendo fede a questa sua […]

“CALENZANO – Stare a casa significa anche riscoprire modi diversi per viaggiare. Meri Coscarelli è un’insegnante di scuola superiore, insegna lingue straniere e grande viaggiatrice. Per Piananotizie è stata e sarà sempre la nostra Giramondo che ci ha raccontato di viaggi esotici e lontani, luoghi, persone e immagini, e proprio mantendo fede a questa sua curiosità sul mondo, oggi si affaccia alla finestra virtuale della rete per incontrare amici, ex studenti e colleghi italiani che si trovano in altre nazioni, per raccontarci la loro vita durante il coronavirus.
“Che strano: sono le 11 e sono in casa!
Leggo sms, mail… Non pensavo di avere tanti amici a giro per il mondo e, soprattutto, tanti amici preoccupati per questa situazione, preoccupati per me. Ma, non me ne voglia nessuno, alcuni sms mi colpiscono più di altri, come quello che ho appena ricevuto da Alis, ovvero: Alice Aloisi, ovvero: una delle meravigliose alunne che ho avuto la fortuna di avere tra i banchi delle mie classi.
Che classe la quinta C dell’indirizzo Erica del 2008.
“Mery cara, come stai? Come state vivendo questi strani momenti? La piccola Vittoria come sta? Un abbraccio forte, virtualmente si può”
Grazie, Alice! Grazie per aver reso queste ore casalinghe meno tristi, forse…belle! Eppoi ti sei anche ricordata della mia dolce nipotina, che mi ha dato la gioia di essere nonna: la vita sa essere davvero meravigliosa, anche in momenti così.
La mia mente vola: quanti anni trascorsi dietro la cattedra, quanti ragazzi e quante ragazze ho visto crescere, ho visto amarmi e, spesso, odiarmi; li ho visti ridere, soffrire, arrabbiarsi per un’interrogazione, per un compito non all’altezza delle loro aspettative…quanti ragazzi ho visto uscire dal cancello del Calamandrei (del mio Calamandrei: dopo 20 anni posso, vero?) Li ho tutti nel cuore e spero che la loro “Oasi felice” continui ancora.
Ma in questo momento il mio pensiero è rivolto a tutto quello che stiamo vivendo…passerà, passerà presto: ne sono sicura (o almeno: lo spero!) Allora cosa abbiamo dovuto fare noi insegnanti in questa situazione? Ci siamo dovuti rinventare il nostro modo di insegnare, il nostro lavoro;
che, grazie a colui che subito si è dato da fare, attivando una didattica a distanza, può così continuare.
Così sta emergendo il legame che esiste fra noi, gli insegnanti, e loro, gli studenti, a sottolineare il fatto che la scuola per loro è sempre un punto di riferimento…anche per quelli che da anni hanno varcato il nostro cancello.
Ma non finisce qui. State a casa vi raccomando!
Meri Coscarelli”