CAMPI BISENZIOb- L’attore e regista campigiano Stefano Massini è stato nominato direttore artistico del Teatro della Pergola di Firenze. “La nomina di Stefano Massini come direttore artistico del Teatro della pergola – ha detto il presidente della Regione Eugenio Giani – costituisce un fatto estremamente positivo per la valorizzazione e la capacità di iniziativa del Teatro nazionale”. “Massini – ha proseguito il presidente della Regione Toscana, ente socio fondatore della Fondazione Teatro della Toscana – è persona che stimo profondamente e ho potuto apprezzare da vicino la maturazione della sua professionalità artistica che lo ha portato ad essere un operatore culturale di livello internazionale. A Firenze e in Toscana è cresciuto e proprio nel capoluogo toscano ha dato prova della sua capacità, della propria competenza e volontà di dare lustro alla nostra realtà, che conosce profondamente. Sono certo che la sua guida saprà unire il profondo amore per il territorio e la proiezione nazionale e internazionale che il Teatro merita. La sua attività sarà un grande valore aggiunto per l’intero mondo della cultura nella nostra regione”.
Massini, presente al momento della presentazione in Palazzo Vecchio, ha detto: “Il tipo di teatro che immagino per Firenze e che cerco di costruire è un teatro che stia nella realtà” “Per questo uno dei primi progetti che ho in mente è una grande scuola popolare gratuita di scrittura, con persone di ogni età che con il loro quaderno, si siedano, ascoltino, scrivano qualcosa che ci consegneranno, così che potremo raccogliere ‘le cose che la città scrive’”, ha sottolineato parlando anche di un altro progetto: “una piccola iniziativa, di carattere meramente simbolico, ma importante, contro la violenza sulle donne: a inizio degli spettacoli, il messaggio dove si chiede di spegnere il cellulare, che nessuno ascolta, sarà trasformato aggiungendo che viceversa c’è un telefono che non si spegne mai, ed è il 1522”. Obiettivo, per Massini, “un teatro che guardi a tutto ciò che sta intorno, al cambiamento dei costumi, del linguaggio”, ma anche “un teatro che migliori la vita delle persone, di servizio pubblico”. E da qui, “una dichiarazione di impegno, incontrare tutti gli studenti degli istituti di Firenze e dell’area metropolitana e del territorio di Pontedera, e poi andare nei centri anziani, nelle biblioteche. Ed ho intenzione di collaborare con il carcere di Sollicciano, con Careggi ed il Meyer perché il teatro vada dentro la città, se questo significherà fare uno spettacolo in meno ma entrare in contatto con la gente sarà comunque una risorsa ben spesa”.