Tari, aumenti da record nella Piana. L’allarme della Cna: “Si continua a minare la competitività delle imprese e a ostacolare la svolta ecologica”

PIANA FIORENTINA – +6% in media di aumento per la Tari delle imprese nella Piana fiorentina. Qualche esempio: per ristoranti e trattorie, +7,78% a Sesto, +7,21% a Calenzano e + 7,16% a Signa rispetto ad un anno fa; per carrozzerie, autofficine e elettrauto, +6,64 a Sesto, +6,49% a Calenzano e +7,22% a Signa; per estetisti e parrucchieri, +4,82% a […]

PIANA FIORENTINA – +6% in media di aumento per la Tari delle imprese nella Piana fiorentina. Qualche esempio: per ristoranti e trattorie, +7,78% a Sesto, +7,21% a Calenzano e + 7,16% a Signa rispetto ad un anno fa; per carrozzerie, autofficine e elettrauto, +6,64 a Sesto, +6,49% a Calenzano e +7,22% a Signa; per estetisti e parrucchieri, +4,82% a Sesto, +6,37% a Calenzano e +7,15% a Signa. Resta l’incognita di Campi Bisenzio che non ha ancora deliberato le tariffe. Aumenti non improvvisi, ma che ormai seguono da anni un trend consolidato: negli ultimi cinque anni si va da un minimo del 4.03% per i bar di Calenzano al massimo del 20,09% per i ristoranti di Sesto. A lanciare l’allarme è la Cna della Piana per voce del suo presidente Paolo Conti (nella foto)

“Si continua, anno dopo anno, – dice – a non avere alcuna visione del futuro e, a fronte dell’assenza di un piano rifiuti una volta per tutte adeguato alle esigenze della nostra regione, scattano gli aumenti Tari come quelli stabiliti dai Comuni della Piana fiorentina. Quello che le imprese chiedono, invece, è una diminuzione dei costi, pena la perdita di competitività del nostro sistema economico. L’aumento dei costi si riverserà inesorabilmente sul prezzo dei prodotti e servizi offerti dalle imprese senza che, per questo, le stesse possano godere di una crescita degli introiti. Insomma, invece che spengerla, gli enti locali cavalcano l’inflazione. Per non parlare dell’utile netto di 22,4 milioni di euro attestato dal bilancio consuntivo 2022 di Alia che, almeno in parte, avrebbe potuto essere utilizzato per non gravare sui bilanci di famiglie e imprese. Ci auguriamo che almeno Campi Bisenzio non ratifichi l’ennesimo aumento: non abbiamo ancora incontrato il neo Sindaco Tagliaferri, ma la questione della Tari sarà sicuramente al centro del nostro primo colloquio”.

“Il paradosso è che la transizione ecologica fallisce anche attraverso queste scelte, o meglio mancanza di scelte, che invece, con una gestione ecologica e adeguata dei rifiuti, potrebbero essere facilitata. Torniamo a chiedere che il Piano dei Rifiuti auspicato sia basato su un cambio di paradigma che trasformi ciò che oggi è visto come un costo nell’opportunità offerta dalla termovalorizzazione, cui ricorrere al netto dei recuperi dell’economia circolare e di un’adeguata raccolta differenziata” prosegue Conti.

La parte dei rifiuti non reintrodotti nell’economia circolare potrebbe infatti “concludere il suo ciclo – si legge in una nota – all’interno di termovalorizzatori innovativi così da produrre energia ed acqua calda da distribuire alla comunità circostante tramite il teleriscaldamento come avviene nei paesi più evoluti, cogliendo la tripla opportunità di ridurre la tassa sui rifiuti, abbassare il costo energetico delle varie utenze e tutelare l’ambiente con la diminuzione dei viaggi su gomma e quella del numero delle discariche abusive. L’associazione chiede anche uniformità delle tariffe su tutta l’area metropolitana prendendo a riferimento le tariffe più basse dei comuni più virtuosi e che le tariffe smettano di essere stabilite, a piè di lista, sulla base delle spese sostenute dal soggetto gestore”.