“Trasporto ferroviario: cosa sta succedendo in Toscana?”: la Fit-Cisl alza la voce dopo quattro incidenti in tre settimane

FIRENZE – “Quattro incidenti, in tre settimane: il 17 aprile lo svio di due treni merci al bivio di Firenze Olmatello; il 20 aprile lo svio di un treno merci a Firenze Castello; il 4 maggio lo svio di una coppia di Minuetto all’altezza del deposito di Firenze Romito e l’ultimo accadimento, il 6 maggio […]

FIRENZE – “Quattro incidenti, in tre settimane: il 17 aprile lo svio di due treni merci al bivio di Firenze Olmatello; il 20 aprile lo svio di un treno merci a Firenze Castello; il 4 maggio lo svio di una coppia di Minuetto all’altezza del deposito di Firenze Romito e l’ultimo accadimento, il 6 maggio 2023, lo svio di un treno Vivalto all’ingresso del Parco Belfiore di Firenze Santa Maria Novella. Cosa sta succedendo in Toscana?”: lo chiede e se lo chiede Franco Fratini, segretario generale Fit-Cisl Toscana.

“Incidenti gravi e potenzialmente molto pericolosi, – aggiunge – che fortunatamente hanno provocato limitati danni alle persone coinvolte, contrariamente ai danni collaterali che sono risultati ingenti, particolarmente nel caso dello svio di Firenze Castello che ricorda per la sua dinamica il tragico incidente di Viareggio del 2009; danni che hanno provocato il blocco della circolazione ferroviaria Nord – Sud dividendo di fatto in due l’Italia. Questi incidenti, avvenuti in un ristretto lasso di tempo e di spazio non possono essere archiviati come semplici casualità. Noi non abbiamo una conoscenza diretta di come si sono verificati i fatti e neppure elementi certi per attribuire responsabilità, siano queste del gestore della rete o delle imprese ferroviarie. Saranno gli organi preposti, Ansfisa in testa, a far luce velocemente su quanto avvenuto e ad attribuire, se del caso, le responsabilità a chi di dovere”.

“Ci vogliamo limitare a semplici considerazioni e riflessioni su quanto accaduto. La Fit-Cisl – spiega – si batte da anni per la realizzazione del sottoattraversamento di Firenze dei treni AV e della stazione Foster, non tanto per guadagnare una manciata di minuti di percorrenza, ma perché consapevoli che i binari di superfice attualmente utilizzati sono congestionati dai troppi treni che vi transitano, come è congestionata al limite della praticabilità la stazione di Firenze Santa Maria Novella. Senza una soluzione definitiva che separi i flussi dell’alta velocità da quelli del traffico pendolare il rischio di inconvenienti nell’area fiorentina sarà sempre più elevato. La manutenzione, sia questa delle infrastrutture che del materiale rotabile, fino ad oggi fiore all’occhiello della società, è sempre più spesso esternalizzata. Il lavoro viene appaltato a ditte esterne al gruppo Fsi, per evitare nuove assunzioni di giovani e per abbassare i costi, dando fiato a quella pratica tutta italiana di appalti e sub appalti che produce poca qualità nel lavoro e personale malpagato e sfruttato, nella consapevolezza che poi tanto le conseguenze saranno a carico della collettività”.

“La Fit-Cisl – conclude – proprio in questi mesi ha in atto una dura vertenza con il Gruppo FSI che con un nuovo piano industriale intende smantellare le officine della Manutenzione rotabili di Firenze Osmannoro, e con esse tutta la “filiera del treno”, vanto e orgoglio del nostro territorio, creata a Firenze nei primi del ‘900, quando la città era considerata la capitale del treno. Noi crediamo che l’attuale strategia dei vertici del Gruppo Fsi sia miope, poco lungimirante e non sia corrispondente ai bisogni della collettività. La politica toscana, le nostre istituzioni regionali e fiorentine si facciano sentire, mettendo al centro i bisogni dei cittadini e del territorio, costringendo i vertici di FS a rivedere i loro scellerati piani”.