Truffa dello specchietto a Lastra a Signa: arrestato un uomo. Si spostava in scooter, aveva anche minacciato le sue vittime

LASTRA A SIGNA – I Carabinieri della Stazione di Lastra a Signa, a conclusione di una prolungata attività d’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Firenze nei confronti di un cittadino italiano, 27 anni, residente in provincia di Pistoia. Al termine degli […]

LASTRA A SIGNA – I Carabinieri della Stazione di Lastra a Signa, a conclusione di una prolungata attività d’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Firenze nei confronti di un cittadino italiano, 27 anni, residente in provincia di Pistoia. Al termine degli accertamenti condotti, infatti, l’uomo, pluripregiudicato per analoghe condotte, è stato ritenuto responsabile di tre episodi della cosiddetta “truffa dello specchietto” commessi a Firenze e Lastra a Signa tra il 2 maggio e il 15 luglio scorsi e denunciati dalle vittime. L’indagato, simulando un sinistro stradale, fermava i conducenti del mezzo coinvolto dicendo di essere stato “colpito” e mostrando loro i presunti danni subiti, anche a livello fisico. Per questo è arrivato addirittura a minacciare gli stessi al punto che, qualora non avessero pagato un indennizzo in contanti, avrebbe chiamato la Polizia per far togliere loro la patente. In un’occasione si è spacciato anche per carrozziere, al fine di “stimare” i danni in 500 euro che l’ignara vittima, impaurita da quanto successo, gli ha consegnato. L’uomo si è sempre servito di uno scooter, la cui targa in un’occasione è stata parzialmente fotografata da una delle vittime. Questo dettaglio e i successivi riscontri, grazie anche alla visione delle immagini di sorveglianza delle telecamere presenti sul territorio, hanno permesso di individuare il mezzo utilizzato e risalire al proprietario. Il ventisettenne è stato condotto in carcere a disposizione dell’Autorità giudiziaria che, nell’occasione, ha ritenuto la misura detentiva l’unica idonea a evitare che i reati potessero ripetersi poiché, nonostante i precedenti di polizia e le condanne per fatti analoghi, non aveva mai cessato di truffare gli automobilisti.