Truffavano le assicurazioni. I carabinieri sgominano una banda di truffatori tra Signa e Poggio a Caiano. eseguiti 20 arresti, 221 gli indagati

SIGNA – Si è conclusa con 221 indagati, dei quali 20 sottoposti a forme di custodia cautelare (5 a Sollicciano gli altri ai domiciliari), e 25 denunce a piede libero l’operazione “Polizze sicure 2” condotta dai carabinieri della compagnia di Signa sotto il coordinamento del pm Giuseppe Bianco. L’indagine aveva preso il via l’11 novembre […]

SIGNA – Si è conclusa con 221 indagati, dei quali 20 sottoposti a forme di custodia cautelare (5 a Sollicciano gli altri ai domiciliari), e 25 denunce a piede libero l’operazione “Polizze sicure 2” condotta dai carabinieri della compagnia di Signa sotto il coordinamento del pm Giuseppe Bianco.
L’indagine aveva preso il via l’11 novembre 2011 facendo seguito ad una precedente indagine che aveva scoperchiato la pentola bollente dei rimborsi dei danni a seguito di incidenti stradali fasulli o truccati. Questa mattina la conclusione con l’esecuzione dei 20 arresti per associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni di assicurazioni eseguiti dai militari tra le province di Firenze, Prato, Pistoia e Pisa. Gli arrestati, tranne un albanese residente a Crespina in provincia di Pisa, sono tutti italiani.
conferenza stampa carabinieriL’indagine era partita a seguito di una querela presentata da Carmelo Nolasco, un dirigente di Allianz, che si era accorto di alcune curiosità presenti nei CID recapitati alla sede bolognese del colosso tedesco delle assicurazioni. Dopo aver affidato ad un’agenzia di investigazioni provate l’incarico di apprendere informazioni sulla carrozzeria signese da cui partivano quei CIF, Nolasco si era rivolto ai carabinieri. Da lì erano partite le indagini che avevano permesso ai carabinieri di Lastra a Signa del maresciallo Mitridate di portare a conclusione la prima inchiesta sulle truffe che erano partite (allora) da un’autocarrozzeria di Lastra poi messa sotto sequestro.
Nel continuo delle indagini i carabinieri sono giunti ad individuare nella carrozzeria Autoflorence di via Amendola a Signa e nella Mondocar di Poggio a Caiano altre due centrali impegnate in questa maxitruffa che avrebbe comportato introiti, in tre anni, per circa 2 milioni di euro dei quali, almeno 600mila, illecitamente ottenuto a seguito della truffa ordita dai titolari le carrozzerie (A.F., R.F. e A.F. della Euroflorence e F,F, della Mondocar) insieme a tre avvocati (L.R., A.B. e O.C.) dal commercialista F.C. fratello dell’avvocato O.C., dal medico signese P.G. e da tre periti assicurativi M.L., E.B. e L.M.
euroflorenxe signa incidenteCoinvolti nell’operazione anche alcuni dipendenti della Euroflorence le segretarie A.P. e C.F. un ex collaboratrice F.M. oltre ad un consulente A.M. e un operaio P.V. che aveva il compito di mettere insieme i pezzi necessari a realizzare la documentazione per le assicurazioni.
Dall’11 novembre 2011 i carabinieri hanno attivato una serie di intercettazioni telefoniche e ambientali, hanno intrecciato i dati dei CID ed effettuato perizie calligrafiche.
Da questo intenso lavoro, durato 18 mesi, i militari del maggiore Claudio Montesi e del capitano Stefano Colantonio hanno individuato casi limite tipo un uomo che, in tre anni, era stato coinvolto in 112 incidenti stradali (come vittima o come responsabile dell’incidente) oppure che i dati relativi ai danni dei veicoli coinvolti erano incompatibili (magari i colpi alle carrozzerie risultavano ad altezze diverse sui dei veicoli) e che i CID erano stati in pratica riempiti dalla stessa mano, uno dei titolari della Euroflorence.
Pare che il meccanismo della falsificazione delle documentazioni, fosse proposto a volte a quanti avevano un danno consistente da riparare in modo da non dover pagare la fattura del carrozziere ma facendosela saldare da un’assicurazione. Da lì il ruolo degli avvocati e dei medici per gonfiare i costi delle riparazioni e per ottenere indennizzi per danni personali mai riportati dalle vittime.
Nelle maglie dell’organizzazione sarebbero cadute una trentina di compagnie assicurative.
L’operazione si è conclusa anche con il sequestro di alcune auto di lusso e un natante per il valore di circa 450mila euro oltre al sequestro della carrozzeria di via Amendola a Signa.