“Addio cardinale Piovanelli, uomo semplice che sapeva stare con le persone”

SESTO FIORENTINO/SIGNA – Come era prevedibile questa mattina la morte del cardinale Silvano Piovanelli ha provocato un “brusco” risveglio nelle varie comunità di fedeli della Piana. A Sesto come a Signa, ma un po’ dovunque, il legame con colui che aveva guidato la chiesa fiorentina dal 1983 al 2001 è sempre rimasto molto forte. Sesto […]

SESTO FIORENTINO/SIGNA – Come era prevedibile questa mattina la morte del cardinale Silvano Piovanelli ha provocato un “brusco” risveglio nelle varie comunità di fedeli della Piana. A Sesto come a Signa, ma un po’ dovunque, il legame con colui che aveva guidato la chiesa fiorentina dal 1983 al 2001 è sempre rimasto molto forte. Sesto per la sua residenza a Cercina degli ultimi tempi, prima di spostarsi al Convitto, ma anche per i tanti rapporti intessuti sul territorio; Signa per il suo intenso rapporto di amicizia con don Armido Pollai, parroco di San Mauro dal 1948 al 2001.

A Sesto il cardinale Piovanelli era legato in modo particolare a Sandro Biagiotti, governatore della Misericordia, medico, che lo ricorda così: “Un grande pastore, un uomo di fede altissima. Le sue parole di meditazione settimanali ci raggiungevano puntualmente. L’ho conosciuto tanti anni fa ma è stato negli ultimi dieci che ho partecipato ogni secondo sabato del mese all’adorazione eucaristica dalle monache Clarisse di Santa Agnese presieduta proprio da lui e ho avuto modo di apprezzare la profondità, la dolcezza e la bontà del suo cuore. Mi aveva telefonato circa venti giorni fa e gli ho detto: “Eminenza le voglio tanto bene, le sono vicino con la preghiera in questo momento della sua vita”. Mi ha risposto: “Anche io ti voglio bene con tutta l’anima e ti benedico”. Parole che non dimenticherò. Grazie cardinale Silvano Piovanelli per il suo ministro pastorale fra noi, preghi per noi dal cielo e ci faccia sempre sentire la sua paterna protezione”.

Ma anche ad Alessandro Martini, direttore della Caritas diocesana fiorentina: “Se ne va una grande figura e non solo per quanta riguarda la nostra diocesi. Un uomo che ha fatto la storia di questo territorio con la conferma data dal fatto che è davvero raro trovare qualcuno che resti alla guida di una diocesi importante come quella fiorentina per quasi vent’anni. Per quanto mi riguarda una persona unica, che ha camminato al fianco di persone altrettanto uniche come don Milani, La Pira, padre Balducci. Di lui inoltre posso testimoniare una grande vicinanza nei miei confronti, un uomo semplice, un uomo concreto che sapeva stare con le persone”

Ma, come detto in precedenza, era molto forte anche il legame che Piovanelli aveva con don Pollai. E non a caso due anni fa era stato proprio l’arcivescovo emerito di Firenze a scrivere la presentazione del libro che ripercorreva i 25 anni di storia della Rsa Monsignor Olinto Fedi, che a San Mauro ha la sede e che era nata proprio da un’idea del “priore”: “Don Armido – queste le sue parole – era il prete di tutti, anche in tempi difficili in cui i contrasti sociali e gli orientamenti politici mettevano in opposizione parrocchia e casa del popolo”. E ancora: “Don Pollai diceva che non poteva abbandonare i “suoi vecchi”. Ecco perchè l’ultima sua realizzazione è stata la Rsa Monsignor Olinto Fedi. E per questo ha coinvolto tutti. Fino al punto che molti ripensando le iniziative e le raccolte, ancora oggi si meravigliano della risposta che ha suscitato tanto entusiasmo e ha trascinato tutto il paese”. “Si tratta della visibile eredità che a San Mauro ha lasciato il priore, il carissimo don Armido Pollai”.

Con la morte del cardinale Piovanelli se ne va uno degli ultimi tasselli di un mosaico importante per la storia della chiesa di Firenze e della sua provincia, fatta da sacerdoti come don Cubattoli, don Dini, lo stesso don Pollai, come testimoniano anche le foto “ingiallite” dal tempo che volutamente abbiamo lasciato così. Lunedì alle 21 veglia di preghiera in Duomo, i funerali saranno celebrati martedì alle 18 sempre in Cattedrale.