Affetto da Sla ha bisogno del respiratore artificale. Quando manca l’energia sono dolori

CALENZANO – Quando c’è un black-out elettrico è sempre noioso: si trovano difficoltà nel muoversi al buio, ma ci sono situazioni in cui si mette a rischio la vita delle persone. Eppure per evitare che “la mancanza momentanea di elettricità” diventi un grave danno, basterebbe poco: un avviso telefonico, un Sms, un’allerta da parte del […]

CALENZANO – Quando c’è un black-out elettrico è sempre noioso: si trovano difficoltà nel muoversi al buio, ma ci sono situazioni in cui si mette a rischio la vita delle persone. Eppure per evitare che “la mancanza momentanea di elettricità” diventi un grave danno, basterebbe poco: un avviso telefonico, un Sms, un’allerta da parte del gestore di energia elettrica in questo caso Enel Energia. L’ultimo black-out si è verificato domenica notte, il 4 agosto scorso, dopo il forte temporale del tardo pomeriggio, gli allagementi dei sottopassi, la signora Licia verso le 23 e 45 è in casa con il marito malato di Sla da dieci anni e che per questa malattia è costretto a stare a letto collegato ad una serie di macchinari, tra cui il respiratore, che gli permettono di mantenersi in vita. Se ne sono andati anche il figlio con la moglie e il bambino. E poco dopo anche la luce che per un attimo torna, ma poi se ne va, di nuovo. “Lasciandoci si, al buio, ma con i macchinari che rischiavano di smettere di lavorare – spiega Licia – e per questo mio marito quando si è accorto di quanto stava accadendo, ha iniziato a dare sintomi di agitazione”. Licia richiama il figlio che torna indietro e cerca una soluzione, mentre la madre si affretta a telefonare all’Enel. “Ma c’era solo il disco dove si diceva del black-out in corso”. Eppure… “In passato erano successe situazioni simili – racconta Licia – e sempre la Vab di Calenzano ci ha aiutato portando un generatore e riattivando gli strumenti in funzione, in particolare il ventilatore. Domenica scorsa è stata la Pubblica assistenza di Calenzano che ci ha aiutato mandando a far caricare il ventilatore”. La notte è lunga per la famiglia e la normalità torna attornoo alle 5 di mattina. Eppure… “Eppure – spiega Licia – abbiamo sottoscritto con Enel Energia il piano Pesse (Piano di emergenza per la sicurezza del sistema elettrico, ndr) proprio per evitare che le macchine si blocchino e mettano a rischio la sicurezza di mio marito”. Il piano Pesse serve proprio per questo, per ridurre in caso di necessità, i prelievi di energia elettrica in maniera selettiva e programmata evitando i black-out incontrollabili. Proprio come accaduto domenica 4 agosto. Eppure questo non è accaduto. “Ma quando c’è un black-out, non possono avvertirci? – si chiede Licia – con un avviso potremmo intervenire chiamando in anticipo chi può portare un generatore”. Purtroppo non è la prima volta che accade ciò. Licia racconta di episodi avvenuti in un recente passato. Nel 2009 scrisse una lettera a Enel Servizio Elettrico spa in cui denunciava un black-out di oltre 12 ore che aveva messo a rischio l’utilizzo dei macchinari, salvati dall’arrivo di un generatore elettrico da parte della Vab. L’operatore Enel alla segnalazione del guasto da parte della signora Licia che aveva ricordato la condizione del marito attaccato alle macchine 24 ore su 24, “mi ha semplicemente indicato – scrive la donna – di rivolgermi al 118 o alla Vab (vigilanza anticendio boschivo)”. “Non chido molto – dice Licia – solo un avviso, quando è previsto debba accadere, di un black-out. Così mi attiverei per trovare una soluzione”. Una soluzione che Licia e i suoi figli sono abituati a trovare, da soli.