Benessere, Confartigianato Firenze “Così non possiamo reggere”

CAMPI BISENZIO – “Fatturato dimezzato, spese rimaste invariate e l’incognita di un’imminente chiusura pesano su centri estetici e saloni di acconciatura” afferma Marzia Mancini del direttivo Benessere di Confartigianato Imprese Firenze.  “Per scongiurare il fallimento di centinaia di attività Confartigianato Imprese Firenze chiede interventi a sostegno del settore: contributi in base al calo di fatturato, stralcio […]

CAMPI BISENZIO – “Fatturato dimezzato, spese rimaste invariate e l’incognita di un’imminente chiusura pesano su centri estetici e saloni di acconciatura” afferma Marzia Mancini del direttivo Benessere di Confartigianato Imprese Firenze. 

“Per scongiurare il fallimento di centinaia di attività Confartigianato Imprese Firenze chiede interventi a sostegno del settore: contributi in base al calo di fatturato, stralcio di cartelle, crediti d’imposta per le spese sostenute. – prosegue Mancini – Nell’area fiorentina sono 2.500 le imprese del settore benessere, per un totale di 8mila addetti. Il nuovo Dpcm del governo non prevede restrizioni per la categoria, ma “questo semi lockdown è quasi peggio di un lockdown: siamo aperti ma non lavoriamo”. 

“La situazione è drammatica: marzo e aprile siamo stati fermi abbiamo retto grazie al credito di imposta per gli affitti, alla cassa integrazione, alla sospensione dei mutui. – afferma Mancini – Abbiamo riaperto il 19 maggio rispettando le misure di sicurezza, e anche di più, ma non facendo i numeri del 2019 e in più siamo stati abbandonati dal governo. Anche in estate, che è la nostra alta stagione, abbiamo subito un calo e da settembre la situazione è precipitata. Adesso non si può andare al cinema, a teatro, fare una cena in compagnia, chi ha voglia di andare a farsi una piega dal parrucchiere? Le entrate diminuiscono ma le spese per affitto tasse e fornitori sono invariati. Così non possiamo reggere. Abbiamo bisogno di aiuto per le locazioni di liquidità, abbiamo di un sostegno vero”.

Il negozio di estetica di Marzia Mancini per esempio è stato aperto tutto agosto: dal fatturato tolti l’affitto, le bollette, lo stipendio dei dipendenti, l’Iva, le imposte, le spese di commissione Pos, il conto del mese è in rosso di 400 euro. Se si aggiungono i pagamenti ai fornitori per servizi e materiale, le perdite raggiungono i 2.500 euro.

“Non c’è una categoria che non sia stata colpita dalla crisi, anche chi è rimasto aperto risente a cascata delle chiusure e della mancanza di lavoro. – dice Mancini – E non aiuta un Dpcm ogni domenica: viviamo nell’incertezza, e il nostro fatturato diminuisce in base all’aumento della curva dei contagi, anche se lavoriamo nella massima sicurezza”. Per Mancini servirebbero aiuti per tutte le categorie economiche, contributi dati non a pioggia ma in percentuale alle perdite subite, risultanti dal confronto tra le dichiarazioni dei redditi 2019 e 2020.