“Benvenuti” nel “villaggio” abbandonato dove regna il degrado

SESTO FIORENTINO – Si chiama via della Pace e a giudicare dal silenzio che c’è il nome sembra azzeccato, guardando quanto c’è intorno, invece, il nome della strada potrebbe essere “via dell’abbandono”. Siamo nel mezzo di quello che avrebbe dovuto essere la nuova area residenziale tra l’Ipercoop e il Polo scientifico (il Pl1-Pl13) dove sono […]

SESTO FIORENTINO – Si chiama via della Pace e a giudicare dal silenzio che c’è il nome sembra azzeccato, guardando quanto c’è intorno, invece, il nome della strada potrebbe essere “via dell’abbandono”. Siamo nel mezzo di quello che avrebbe dovuto essere la nuova area residenziale tra l’Ipercoop e il Polo scientifico (il Pl1-Pl13) dove sono cresciuti gli edifici e sono state disegnate le strade. In realtà in via della Pace qualcuno abita uno o due condomini, si vedono i panni stesi ai balconi, i vasi di fiori alle finestre, le tapparelle tirate su, ma girato l’angolo si vedono i primi segnali di abbandono: un edificio che sembra pronto per essere abitato, ma dove sono cadute alcune formelle dalla facciata, il parcheggio è incompiuto e la vegetazione si insinua tra le mattonelle e cresce indisturbata. Quando si arriva sulla parte posteriore degli edifici, la parte che guarda verso il Polo scientifico (diviso solo dalla vegetazione cresciuta senza regola) si vedono le crepe del progetto che sulla carta era villaggio all’avanguardia, mentre poi nella realtà si e tradotto in un cantiere abbandonato costellato di rifiuti, materiali edili come mattoni, mattonelle e tubi accatastati. Il fallimento di alcune ditte costruttrici ha lasciato il segno. Un cartello rosa, diventato ora ironico ci accoglie con “Benvenuti”. Qualcuno con un camion si è soffermato, un uomo scende e controllo il materiale abbandonato. Dopo poco arriva il Metronotte. Il camion se ne va.
C’è un container semiaperto dove si notano secchi bianchi che non si sa cosa contengano, c’è una carcassa d’auto e alcuni prefabbricati dove è caduta la copertura o dove qualcuno nottetempo ci ha ambientato la propria “casa” sono infatti, visibili suppellettili, un materasso, qualche bottiglia vuota e scarti alimentari. Insomma c’è chi vive qui dove non si potrebbe e dove si dovrebbe vivere, nei palazzoni che sono stati tirati su non si può: c’è ancora il cantiere oppure c’è il fallimento.
A documentare il degrado stamani insieme al consigliere della lista civica Democratici per Sesto Andrea Santoni Rtv38 con una diretta televisiva.