Bertocci chiude. Venerdì un presidio davanti alla fabbrica

SESTO FIORENTINO – Alla fine la soluzione c’è per la Bertocci: chiude i battenti. Per l’azienda sestese, famosa per i bagni per treno prodotti sin dagli inizi degli anni ’50, non c’è più niente da fare. A marzo la direzione aveva reso noto che, a causa degli scarsi ordini, aveva presentato domanda di concordato liquidatorio, […]

SESTO FIORENTINO – Alla fine la soluzione c’è per la Bertocci: chiude i battenti. Per l’azienda sestese, famosa per i bagni per treno prodotti sin dagli inizi degli anni ’50, non c’è più niente da fare.
A marzo la direzione aveva reso noto che, a causa degli scarsi ordini, aveva presentato domanda di concordato liquidatorio, concordato accolto il 25 giugno con data ultima di esercizio per venerdì 12 luglio.
“La notizia della chiusura repentina – si legge in una nota di Daniele Collini della Segreteria Fiom-Cgil di Firenze – ci ha colto di sorpresa. L’azienda ci aveva annunciato l’intenzione di andare avanti il più possibile per cercare un compratore. Non possiamo che esprimere rammarico per questa decisione forzata. Serra il bandone un’azienda dotata di un grande patrimonio e di un nome che fa eco in tutto il mondo, basti pensare che sono firmati Bertocci gli accessori bagno dei centri di formazione statunitensi di General Electric. Riteniamo inaccettabile che la direzione abbia ritirato i remi in barca nonostante un volume di affari estero importante in paesi emergenti del Medioriente, Russia ed Emirati Arabi. Arrendersi alla paura con un portafoglio ordini interessante non è ammissibile” protesta Collini. “Speriamo almeno che la liquidità di cui l’azienda risulta essere in possesso venga utilizzata anche per pagare le spettanze dei lavoratori. Siamo davanti ad un concordato anomalo dal quale emerge la volontà di chiudere, senza cercare altre soluzioni, non è accettabile”.
Venerdì 12 luglio, alle 9, si terrà un presidio, organizzato dalla Fiom e dalla Rsu, davanti alla fabbrica di via Petrosa al quale si annuncia la presenza del sindaco Gianassi e intanto si chiede l’apertura di un tavolo istituzionale.