Commercio, Cgil-Cisl-Uil Toscana scrivono ad Enrico Rossi e al prefetto di Firenze e si appellano ai sindaci

FIRENZE – “In questo particolare momento di difficoltà dell’intera popolazione, nello sforzo comune di contrastare il diffondersi del Covid-19, alla luce del Dpcm del 12 marzo, vi scriviamo per rappresentare le difficoltà che stanno riscontrando i lavoratori del settore commercio”. E’ questo l’inizio della lettera che i segretari generali di Filcams Cgil Toscana, Fisascat Cisl […]

FIRENZE – “In questo particolare momento di difficoltà dell’intera popolazione, nello sforzo comune di contrastare il diffondersi del Covid-19, alla luce del Dpcm del 12 marzo, vi scriviamo per rappresentare le difficoltà che stanno riscontrando i lavoratori del settore commercio”. E’ questo l’inizio della lettera che i segretari generali di Filcams Cgil Toscana, Fisascat Cisl Toscana e Uiltucs Uil Toscana (Stefano Nicoli, Carlo Di Paola e Marco Conficconi) hanno inviato al presidente della Regione Enrico Rossi e al prefetto di Firenze Laura Lega.

“Vogliamo fare un appello ai sindaci, ai presidenti delle Province e alla popolazione tutta,- prosegue la lettera – rispetto alle modalità di consumo di generi di prima necessità ed alla tutela della salute dee lavoratori e delle lavoratrici del settore, che con sforzo e abnegazione stanno continuando a lavorare, con carichi di lavoro estremamente pesanti, da un punto di vista fisico e psichico. Questi servizi sono ritenuti presidi fondamentali, e lo sono; ma il decreto e la Legge non prevede nessuna limitazione all’orario, i lavoratori si trovano a coprire turni su 7 giorni e con un nastro orario troppo ampio. La tutela della salute di tutti passa anche dal tutelare questi lavoratori. Il servizio  può essere garantito anche se la domenica i negozi rimangono chiusi e se si prevede la chiusura alle 19 o alle 20. Sono lavoratori che, nonostante l’imposizione della regolamentazione dei flussi di clientela, si vedono passare davanti centinaia di persone al giorno, e troppo spesso senza nessun dispositivo di protezione individuale. Al loro fianco ci sono tutti i lavoratori degli appalti di pulizie, vigilanza, e tutti coloro che permettono che il servizio venga svolto. Per questi motivi chiediamo alla cittadinanza di rivedere i loro modo di consumare, di  rispettare le normative vigenti e se si condivide il messaggio #IORESTOACASA, non si può poi prevedere che i punti venduta stiano aperti 365 giorni l’anno e 24 ore il giorno. Se il servizio è essenziale, la precondizione è che lo sia anche la tutela della salute di questi lavoratori. Chiediamo con forza alle Istituzioni, di condividere le nostre ragionevoli proposte e prendere posizione, sia sull’obbligo delle aziende di mettere a disposizione dei lavoratori i dispositivi di protezione previsti, sia sulla necessità di contingentare le aperture dei punti vendita, al fine di permettere in questo delicato momento di salvaguardare la salute dei lavoratori e dei cittadini”.