Confartigianato “L’aumento dell’Iva indebolirà il potere d’acquisto delle famiglie”

CAMPI BISENZIO – La crisi di Governo l’incognita dell’aumento dell’Iva è una delle preoccupazioni della Confartigianato. “Sono molto preoccupato perché a volte, troppe volte, ho l’impressione che la politica guardi troppo al proprio ombelico e troppo poco agli interessi delle famiglie e delle imprese – dice Alessandro Vittorio Sorani, presidente di Confartigianato Imprese Firenze sulla […]

CAMPI BISENZIO – La crisi di Governo l’incognita dell’aumento dell’Iva è una delle preoccupazioni della Confartigianato.

“Sono molto preoccupato perché a volte, troppe volte, ho l’impressione che la politica guardi troppo al proprio ombelico e troppo poco agli interessi delle famiglie e delle imprese – dice Alessandro Vittorio Sorani, presidente di Confartigianato Imprese Firenze sulla situazione politica – Se non fosse così infatti avremmo un accordo unanime in Parlamento per bloccare i futuri aumenti dell’Iva che costeranno almeno 23 miliardi al Paese. Accordo che dovrebbe essere fatto subito a prescindere dall’esito dell’attuale crisi di Governo”. Per Confartigianato l’aumento dell’Iva, senza contromisure sarà una realtà a partire dal prossimo primo gennaio. Per scongiurare il rincaro, prosegue la nota di Confartigianato, servono 23,1 miliardi di euro, un’operazione che si preannunciava difficile anche con il Governo al lavoro.

“E’ evidente – aggiunge Sorani – che l’immediata conseguenza di un aumento dell’Iva sarebbe un indebolimento del potere di acquisto delle famiglie. Il Sole 24 Ore ha calcolato una media di 541 euro a testa di tasse indirette in più per il 2020. Questo vuol dire che in tanti il prossimo anno avranno in tasca meno soldi da spendere e questo indebolirà ulteriormente un sistema di imprese che già sta combattendo con la stagnazione economica ormai da più di un anno, tenendo presente che anche l’export sta calando a seguito della guerra dei dazi. Insomma pioverà sul bagnato col risultato che ci saranno aziende costrette a chiudere o a ridimensionare i propri investimenti, il che, purtroppo, porterà ad una ulteriore diminuzione dei posti di lavoro innestando un circolo vizioso devastante per tutto il nostro tessuto produttivo toscano”.