Coronavirus. I servizi educativi all’infanzia scrivono alla Regione

SESTO FIORENTINO – Un centinaio di nidi per l’infanzia toscana, tra cui nella Piana il nido domiciliare Anacleto di Sesto Fiorentino, l’asilo nido Latanadelcucciolo, Le piccolo orme, Tom e Jerry di Campi Bisenzio e il nido domiciliare I cinque nanetti di Calenzano, chiedono “misure urgenti” per queste strutture sopraffatte dall’emergenza sanitaria che li ha costretti a […]

SESTO FIORENTINO – Un centinaio di nidi per l’infanzia toscana, tra cui nella Piana il nido domiciliare Anacleto di Sesto Fiorentino, l’asilo nido Latanadelcucciolo, Le piccolo orme, Tom e Jerry di Campi Bisenzio e il nido domiciliare I cinque nanetti di Calenzano, chiedono “misure urgenti” per queste strutture sopraffatte dall’emergenza sanitaria che li ha costretti a dover fare i conti con una situazione difficile.

“Da anni la Regione Toscana è fra le Regioni d’Italia più sensibili alle richieste delle famiglie e attenta alla Qualità dei servizi educativi presenti sul territorio. Nell’anno educativo 2017/18 il Sistema di rilevazione regionale sulla Qualità si è posto l’obbiettivo di analizzarla e misurarla dei nidi del territorio toscano, riportando poi ai servizi i risultati e avviandoli ad una riflessione su punti di criticità e punti di forza – scrivono in una nota i nidi -. Questo ha portato la gran parte dei servizi a migliorare quegli aspetti risultati più critici nelle aree considerate: ambienti, spazi, arredi e materiali, assetto organizzativo, programmazione educativa, relazioni e processi di esperienza, relazioni con le famiglie, con gli altri servizi e il territorio. Indubbiamente l’aumento del livello di Qualità si è potuto verificare con un grande impegno ed investimento economico da parte dei soggetti gestori. Oggi purtroppo sia i nidi d’infanzia che gli altri servizi educativi toscani, con la chiusura dettata dal Dpcm del 4 febbraio per contrastare il Covid-19, dal 5 marzo 2020 sono costretti a fare i conti con una nuova e dura realtà che impone di fare una riflessione molto seria e urgente: come poter sostenere i nostri servizi e non soccombere alle tante spese per i costi di gestione (dipendenti, affitto senza aiuti nelle categorie diverse dalla cat. C1, utenze, consulenti del lavoro e commercialisti, versamenti Irpef) e come affrontare il mancato pagamento da parte di tante famiglie delle rette di Marzo, nonché il probabile mancato pagamento del mese di aprile 2020, anche prospettandosi un possibile prolungamento della chiusura ben oltre il 3 aprile 2020”.

Da qui è partita una delegazione di 6 nidi privati di Scandicci, si legge nella nota “che si sono uniti per far fronte all’emergenza, si è arrivati al coinvolgimento della Federazione Asili Nido Fan e di più realtà sparse sul territorio Toscano, giungendo così ad una delegazione di circa 100 e oltre servizi (nido d’infanzia, servizio educativo in contesto domiciliare, spazio gioco educativo, doposcuola, ludoteca)”. Le misure urgenti che chiedono i nidi sono: “la richiesta della cassa integrazione in deroga o fondi di integrazione salariale con erogazione diretta ai dipendenti e senza anticipo da parte dei titolari dei servizi” chiedono l’erogazione del fondo del posto del bambino, il sostegno dell’offerta di servizi educativi per la prima infanzia 3-36 mesi, del mese di marzo 2020 anche a fronte di soli tre giorni di frequenza per tale mese, chiedono po l’erogazione “ai servizi dei fondi destinati al posto bambino per il mese di aprile 2020” il “sostegno dell’offerta di servizi educativi per la prima infanzia 3-36 mesi, in deroga alla presentazione della documentazione relativa ai pagamenti per le rette di marzo e aprile”. Inoltre la richiesta i bonus forfettario per marzo e aprile 2020 se la riapertura avverrà ad aprile, finanziamento a fondo perduto in conto gestione per far fronte alle spese di gestione.