Dati Irpet: riparte la produzione in Toscana, per il lavoro serve più tempo

FIRENZE – Segni di ripresa economica, sempre più marcati ma con riflessi assai più lenti per quanto riguarda il mercato del lavoro. Cresce la domanda internazionale – mentre appare ancora debole quella interna – e l’economia toscana, da sempre vocata all’export, ne approfitta. La produzione industriale regionale, spiega l’Irpet nell’ultima nota congiunturale di luglio 2021, […]

FIRENZE – Segni di ripresa economica, sempre più marcati ma con riflessi assai più lenti per quanto riguarda il mercato del lavoro. Cresce la domanda internazionale – mentre appare ancora debole quella interna – e l’economia toscana, da sempre vocata all’export, ne approfitta. La produzione industriale regionale, spiega l’Irpet nell’ultima nota congiunturale di luglio 2021, appare infatti in ripresa a rimorchio delle esportazioni. La Toscana fa meglio di altre regioni sull’export e questo è un segnale positivo, che potrebbe far da traino anche per i settori che ancora non si sono del tutto ripresi: lo ripetono un po’ tutti, dal presidente della Regione, Eugenio Giani, all’assessore Marras al direttore dell’Irpet, Sciclone, durante la conferenza stampa convocata per illustrare i contenuti della nota periodica congiunturale. 

Certo, chiarisce sempre l’istituto di programmazione economica della Regione, non vale per tutti i settori. Al comparto Moda (e in particolare per quanto riguarda il settore di tessuti e filati) manca ancora un quarto della produzione che aveva prima della crisi innescata dall’emergenza sanitaria e dalle restrizioni che ne sono conseguite. Anche per questo ad aprile, rispetto allo stesso mese del 2019 (un anno prima della pand​_emia), la Toscana sconta ancora un ritardo del 4,8 per cento sulla produzione industriale. Ma tolta la Moda, tutti gli altri principali settori hanno recuperato i precedenti livelli produttivi. E c’è anche chi, come le industrie che producono apparecchi elettronici, elettrici, ottici e computer, sono cresciuti a due cifre, del 14 per cento.

Merito per l’appunto dell’export, con le vendite estere toscane che nel primo trimestre 2021, rispetto agli stessi tre mesi del 2020, sono cresciute di più della media italiana (del 14,2 per cento contro il 6,1). La Toscana è la regione con la performance migliore da questo punto di vista. Ma cresce – del 5,87 per cento – anche rispetto ai valori pre-crisi del primo trimestre 2019. Solo il mercato di filati e tessuti appare, per l’appunto, in crisi, con il segno meno che accompagna comunque anche il settore del cuoio e della pelletteria (rispetto almeno al 2019, – 11 per cento) e, tra i più rilevanti, i prodotti in legno (- 15%), la carta e stampa (-9.9%) e i minerali non energetici (-22 per cento).

Quanto ad occupazione, mancavano all’appello a marzo 2021, rispetto al 2019, 67.000 avviamenti (-26%) e 11.000 addetti alle dipendenze (-1%). In particolare la flessione è forte nei servizi turistici (-14,8 per cento sul 2019 e -7,4 per cento sul 2020), nei settori finanziari, il commercio al dettaglio e l’insieme del made in Italy.

Da aprile 2020 a maggio 2021 le ore di cassa integrazione guadagni autorizzate in Toscana, solo quelle per l’emergenza sanitaria, ammontano a 356 milioni. Tantissime. Basta pensare che dal 2009, primo anno della grande crisi economico-finanziaria arrivata dall’America, al 2014 ne erano state autorizzate ‘solo’ 308 milioni. Rispetto comunque all’anno scorso il monte ore di aprile e maggio di tutti i settori è inferiore, con la sola eccezione dei settori di alloggio, ristorazione e commercio: si tratta complessivamente di 18 milioni di ore in meno di ricorso alla cassa integrazione, pari ad una flessione del 16 per cento.

“Sono molto contento dei  dati che arrivano dall’analisi economica e che riguardano già il primo trimestre – commenta il presidente della Toscana, Eugenio Giani – Sul piano della produzione ci sono segnali molto forti di ripresa, superiori in alcuni casi (e di parecchio) anche al resto d’Italia. Sono segnali incoraggianti. Certo non valgono per tutti: ci sono settori ancora in ritardo ed altri, come la moda, che hanno potenzialità di ripresa al momento inespresse. Ma se il trend si dimostrerà stabile, alla fine si rifletterà anche sul fronte dell’occupazione”. 

Inevitabile il riferimento alla crisi aziendali in corso, a partire da quella della Gkn. “Sono una quindicina – dice Giani, rispondendo ai giornalisti – e come Regione le stiamo tutte seguendo nella loro evoluzione”.  Poi l’annuncio che riguarda un segmento dell’universo della formazione e istruzione: “Amplieremo gli Its (gli istituti tecnici superiori, che si possono frequentare dopo le scuole superiori in alternativa all’università). Hanno dati ottimi risultati sul fronte della veloce occupazione degli studenti e ci investiremo”.