Disaffezione al voto, rappresentatività e rinnovamento. Mauro Ugolini apre il dibattito

SESTO FIORENTINO – Ci viene suggerita l’apertura di un dibattito sulla disaffezione al voto. Il calo dell’affluenza al voto è un dato inconfutabile. Solamente a Sesto Fiorentino alle ultime amministrative ha votato il 73,89% degli aventi diritto (dato comunque importante) a fronte del più consistente 77,49% degli elettori che scelsero di andare al voto nel […]

SESTO FIORENTINO – Ci viene suggerita l’apertura di un dibattito sulla disaffezione al voto. Il calo dell’affluenza al voto è un dato inconfutabile. Solamente a Sesto Fiorentino alle ultime amministrative ha votato il 73,89% degli aventi diritto (dato comunque importante) a fronte del più consistente 77,49% degli elettori che scelsero di andare al voto nel 2009. Lo stesso ragionamento, poi, potrebbe essere applicato al risultato del sindaco: Gianni Gianassi ottenne, nel 2009, il 57,6% (16.528 voti) mentre sara Biagiotti, domenica scorsa, ha registrato il 55,67% (15.272 voti). E tutto questo fa riflettere se si pensa al fatto, nel 2004, lo stesso Gianassi aveva ottenuto la preferenza di 23.234 sestesi.
A sottolineare questi dati (sicuramente non inficianti la legittimità del voto, s’intenda bene) è un ex consigliere comunale di Sesto che ha seduto sui banchi della Saletta 5 Maggio nel quinquennio 1990-1995: Mauro Ugolini.
“Sono contento che con Sara Biagiotti si possa avviare un rinnovamento per le istituzioni locali – inizia il suo ragionamento Ugolini – però, si apre una doverosa riflessione sulla rappresentatività delle istituzioni stesse e sul ruolo dei partiti”. Secondo il “professore” se si dovesse verificare il consenso, sui valori assoluti, Gianassi ottenne il 44,63% mentre Sara Biagiotti ha riportato il 41,13%.
“Si tratta di un trende che tende al negativo – continua Ugolini – se l’elettorato dovesse scendere al di sotto del 50% si rischia che gli amministratori locali vengano esautorati della loro autorevolezza degli elettori stessi. Credo ci sia bisogno dell’avvio di un nuovo entusiasmo che vada oltre il voto o il non voto di protesta in modo da consolidare il rapporto tra i cittadini e l’istituzione che pretende di rappresentarli. Se si crede nella democrazia è urgente rivedere l’impianto statutario del Comune, le regole della partecipazione civile dei cittadini, le dinamiche di condivisine delle regole di confronto nella comunità. E ciò sarà sempre più necessario se vogliamo davvero che il consiglio comunale e il sindaco rappresentino davvero i sestesi”.
Adesso il dibattito è aperto.