Donazioni di sangue, l’allarme dei Fratres: “Difficile trovare medici e infermieri per la raccolta”

FIRENZE – Il sistema della donazione di sangue in Toscana è in emergenza. A dirlo i rappresentanti dell’associazione Fratres di Firenze, che sono stati ascoltati dalla commissione sanità in Regione, presieduta da Stefano Scaramelli (Pd). Un’emergenza dovuta, tra le altre cose, alla difficoltà di reperire il personale sanitario necessario per lo svolgimento della raccolta sangue, […]

FIRENZE – Il sistema della donazione di sangue in Toscana è in emergenza. A dirlo i rappresentanti dell’associazione Fratres di Firenze, che sono stati ascoltati dalla commissione sanità in Regione, presieduta da Stefano Scaramelli (Pd). Un’emergenza dovuta, tra le altre cose, alla difficoltà di reperire il personale sanitario necessario per lo svolgimento della raccolta sangue, medici e paramedici. Come hanno spiegato i vertici della Fratres, “è molto difficile trovare medici e infermieri abilitati a poter lavorare all’interno delle unità di raccolta di qualsiasi sigla, siano Fratres, Anpas che Avis”. Per poter essere abilitati, infatti, serve seguire un corso ed effettuare tirocini lunghissimi in centri che eseguano 20 donazioni in media al giorno per 5 giorni a settimana, media che non si raggiunge quasi mai. E non è questo l’unico motivo per cui la raccolta di sangue in Toscana è diminuita: nel 2010 si è toccata quota 18.000 sacche di sangue e di emoderivati, nel 2018 si è arrivati solo a 13.000. Con l’entrata in vigore della nuova disciplina sulla donazione di sangue e la necessità dell’accreditamento, sono scomparse molte unità di raccolta che non sono riuscite ad accreditarsi, e che permettevano ai donatori di poter dare sangue vicino a casa senza doversi recare presso i centri trasfusionali degli ospedali (solo 39 in Toscana) lontani in qualche caso decine di chilometri. Per esempio, nelle province di Firenze, Prato e Siena erano presenti 24 strutture Fratres che permettevano le donazioni, grazie anche alle autoemoteche, di domenica. Adesso che le autoemoteche non sono più accreditabili, le unità di raccolta si sono ridotte a 12. Per questo i rappresentanti Fratres hanno chiesto alla commissione di farsi carico del problema, e di agire per mettere in atto alcune possibili soluzioni, come quella di rivedere la legge regionale per poter riaccreditare le autoemoteche, che in altre parti d’Italia funzionano regolarmente, o trovare alternative all’alto numero di prestazioni richieste per l’abilitazione del personale sanitario, o poter utilizzare medici del 118 e in fase di specializzazione. Il presidente Scaramelli, da parte sua, ha garantito l’impegno sulla questione della commissione, che inizierà ascoltando, nelle prossime settimane, i dirigenti responsabili del servizio sangue in Toscana.