Ex Gkn, ecco cosa chiede la Rsu in vista del prossimo incontro al Mise: “Reindustrializzazione, bisogna costruire un percorso serio”

CAMPI BISENZIO – Se nella giornata di ieri, domenica 15 maggio, l’attenzione era tutta concentrata sull’assemblea nazionale che si è svolta nella zona di Villa Montalvo, la Rsu della ex Gkn non ha mai “abbassato la guardia”, in modo particolare in vista del prossimo incontro al Mise (la data ancora non è stata ufficializzata), in […]

CAMPI BISENZIO – Se nella giornata di ieri, domenica 15 maggio, l’attenzione era tutta concentrata sull’assemblea nazionale che si è svolta nella zona di Villa Montalvo, la Rsu della ex Gkn non ha mai “abbassato la guardia”, in modo particolare in vista del prossimo incontro al Mise (la data ancora non è stata ufficializzata), in attesa del quale la stessa Rsu ha avanzato delle richieste, ovvero “sapere se ci saranno gli investitori, ricevere per tempo il materiale e farlo a Firenze. Una vertenza non è una soap opera, gli incontri al Mise non sono ‘Carramba che sorpresa’. Il gioco degli incontri per gli incontri e le discussioni per fare vedere che si discute, lo conosciamo bene e non interessa né a noi né al territorio”. Da qui la richiesta della “di una costruzione seria del percorso di reindustrializzazione: chiediamo di essere avvertiti prima della presenza o meno degli investitori al tavolo; chiediamo di ricevere in anticipo materiale scritto per poterlo valutare, visto che i prossimi incontri devono dare vita a una seria e robusta discussione di dettaglio sul piano industriale; chiediamo che l’incontro al Mise avvenga fisicamente, in presenza, e a Firenze. Se la fabbrica è stata delocalizzata, noi continuiamo invece a voler tenere la vertenza vicina al territorio, pur nella sua rilevanza nazionale”.

“Abbiamo dato tutte le disponibilità all’azienda a incontrarci per poter avere reali approfondimenti sul piano industriale – spiega la Rsu ex Gkn – ci troviamo invece a misurare lo stato di confusione che, nostro malgrado, si è creato tra noi e la popolazione attorno. Chi è convinto che abbiamo ripreso la produzione di semiassi, chi che stiamo lavorando nel farmaceutico, chi che ormai la vertenza sia conclusa. Questo stato di confusione è esattamente il risultato di una politica di annunci, di incontri che hanno rimandato ad altri incontri, trasformando la vertenza in un groviglio di voci e supposizioni. La vertenza Gkn si è sentita da sempre vincolata al territorio, a un costante e continuo sforzo di rendere trasparente e chiara la sua evoluzione. Perché quei 500 posti di lavoro, con tutti i diritti ad essi connessi, devono restare nella disponibilità di questo territorio, perché lo stabilimento domani non diventi un ecomostro, perché la cassa integrazione è a carico della collettività. Per questo il territorio non può essere espropriato della possibilità di capire l’evoluzione della vertenza”.

“La reindustrializzazione non è un processo gioioso – continua la Rsu – ma doloroso, pericoloso, fragile. La fabbrica viene smantellata e si entra in un limbo, in attesa delle produzioni future, con il rischio di trasformarci lentamente da operai a percettori di ammortizzatore sociale. È un’operazione a cuore aperto, da fare con la massima serietà e attenzione ai dettagli. E se oggi siamo costretti a questo processo è perché la politica di questo paese ha scelto di disinteressarsi completamente del settore dell’automotive e non ha colto la nostra proposta di piano pubblico per la mobilità sostenibile”. La Rsu ex Gkn chiede la massima chiarezza sull’utilizzo e la durata della cassa integrazione, “sempre nell’interesse della collettività, che indirettamente la finanzia. Le due proroghe di cassa integrazione ordinaria fatte da marzo a oggi sono state atti unilaterali di cui si è potuto solo prendere atto. La cassa integrazione di transizione, dalla durata di ben 24 mesi, dovrà essere firmata con tutto il tempo e l’accordistica necessaria a dare le massime garanzie di trasparenza”.