Il Comitato per Liliana ha visitato gli animali ricoverati in un’azienda del senese

SIGNA –  “Riabilitiamo la Liliana ma anche San Mauro”. E’ questo l’appello lanciato stamani dal “Comitato per Liliana”, che nell’occasione ha incontrato i giornalisti all’interno del circolo Sorms del paese, nato spontaneamente nelle scorse settimane a difesa della cascina di via delle Casacce, di chi ci ha vissuto – la Liliana appunto – fino a […]

SIGNA –  “Riabilitiamo la Liliana ma anche San Mauro”. E’ questo l’appello lanciato stamani dal “Comitato per Liliana”, che nell’occasione ha incontrato i giornalisti all’interno del circolo Sorms del paese, nato spontaneamente nelle scorse settimane a difesa della cascina di via delle Casacce, di chi ci ha vissuto – la Liliana appunto – fino a quando un incendio non ha rischiato di mandare tutto in fumo ma anche della frazione del Comune di Signa, troppe volte “sbeffeggiata” negli ultimi anni dalle telecamere di “Striscia la notizia” come se l’unica cosa degna di nota in paese fosse la cosiddetta “cascina degli orrori”. Ed è un appello che prende più forza perchè unito alla dichiarazione rilasciata in data 19 marzo dal dottor Marco Guerrini, il veterinario dell’azienda Michelacci (la cascina di via delle Casacce, n.d.a.) che si è recato in provincia di Siena a visitare i bovini posti sotto sequestro e presi in carico dalla Lav che da San Mauro li ha portati all’interno della struttura in questione. Il quadro che emerge tuttavia è discordante visto che a uno stato di nutrizione giudicato “buono” corrisponde un quadro generale non proprio confortante: “Gli animali – si legge nel documento – sono ricoverati in una struttura composta da una parte coperta abbastanza ampia dalla quale si accede a una parte esterna in terra dove si nota una vasta visita 2zona di acquitrinio dove (gli animali) camminano con fatica, affondando nella melma; dove si mescolano anche i liquami provenienti dal deposito di letame che si trova all’angolo dello stesso paddock”. Inoltre “gli animali da latte, che si trovano in lattazione, al momento del trasferimento, non sono mai stati munti, mattina e sera, come buona pratica di allevamento; ma sono stati lasciati insieme ai vitelli e ciò ha portato a una notevole riduzione nella produzione del latte con decremento del valore dell’animale”. Il comitato, arrivato a contare oltre 120 iscritti, insomma non ci sta e a ribadirlo con forza sono stati i suoi portavoce: Guelfo Beconi e Mario Paoli: “Sono due le considerazioni da fare: innanzitutto il fatto che gli animali sono stati tolti alla famiglia all’improvviso, una famiglia che bene o male aveva fatto degli investimenti e poi si è trovata senza niente in mano”. “Inoltre – hanno aggiunto – è facile fare gli animalisti se poi si calpestano i sentimenti delle persone…”. E’ di questi giorni infatti la notizia che i cani della Liliana, portati dalla Lav in un canile nella zona dell’Osmannoro, sono scappati e di loro non si sa più niente. “E tutto ciò nonostante in precedenza fosse stato raggiunto un accordo con la Lav – hanno detto – che aveva garantito che almeno questi potessero restare in via delle Casacce per “fare compagnia” alla donna”. Interpvisita 3ellato telefonicamente, anche l’assessore alla sicurezza del Comune di Signa, Adriano Paoli, ha rilasciato una breve dichiarazione: “L’aspetto che mi preme sottolineare è che l’amministrazione comunale non ha mai ricevuto nessuna lamentela dai cittadini di San Mauro, che anzi si sono prodigati in più di un’occasione per aiutare la Liliana…”. Che non a caso, in attesa di trovare una soluzione definitiva alla vicenda, è ospite per trenta giorni della Rsa “Monsignor Olinto Fedi”.
Pierfrancesco Nesti