“La città plurale” di don Momigli al centro del confronto in Palazzo Medici Riccardi

FIRENZE – Sarà presentato oggi, martedì 16 gennaio, alle 17, presso la Sala Luca Giordano di Palazzo Medici Riccardi, a Firenze in via Cavour 1, il libro “La città plurale. Immigrazione, interazione, unità civica”, scritto da don Giovanni Momigli (Tau Editrice). Saranno presenti, oltre all’autore, il sindaco di Firenze e della Città Metropolitana, Dario Nardella, […]

FIRENZE – Sarà presentato oggi, martedì 16 gennaio, alle 17, presso la Sala Luca Giordano di Palazzo Medici Riccardi, a Firenze in via Cavour 1, il libro “La città plurale. Immigrazione, interazione, unità civica”, scritto da don Giovanni Momigli (Tau Editrice). Saranno presenti, oltre all’autore, il sindaco di Firenze e della Città Metropolitana, Dario Nardella, Antonio Maria Baggio (ordinario di Filosofia politica presso l’Istituto Universitario Sophia), Luca Diotallevi (ordinario di Sociologia presso l’Università Roma Tre), Izzeddin Elzir (imam di Firenze e presidente Ucoii). Modera l’incontro Gianni Bianco, giornalista del Tg3. Sarà presente il cardinale Giuseppe Betori, Arcivescovo di Firenze. “Le città, oggi, ben riflettono le grandi e rapide trasformazioni che caratterizzano la fase storica che stiamo vivendo – si legge nel libro – e la stessa condizione di pluralità nella quale siamo immersi e con la quale siamo chiamati a confrontarci e interagire: pluralità di soggetti; diversità dei riferimenti valoriali; molteplicità di culture; differenziazione delle esperienze religiose; vasti flussi migratori di persone e famiglie; costante destrutturazione e delegittimazione delle istituzioni a vantaggio dell’individuo; concatenazioni sempre più forti ed evidenti, che da tempo non riguardano più soltanto la dimensione economico-finanziaria e quella delle comunicazioni, ma che avvolgono ogni ambito del vivere. In questo contesto, basandosi su un’esperienza effettivamente fatta agli inizi degli anni Novanta del secolo scorso, in un piccolo paese alle porte di Firenze, l’autore individua un modello o più opportunamente, «un principio operativo, mosso e sostenuto da logiche deduttive, induttive e associative, che si interrogano e interagiscono virtuosamente. Un modello che àncora l’intera vicenda migratoria ad alcuni valori chiave e la colloca nell’ambito di una visione complessiva di società, che si basa su tre pilastri portanti – la plurietnicità, la multireligiosità, l’interculturalità – e che si declina assumendo l’interazione come orientamento di fondo e come modalità operativa”.