Le lavoratrici di Stefan manifestano domani “chiediamo rispetto. La situazione aziendale è insostenibile”

SESTO FIORENTINO – Chiedono rispetto, quello che le lavoratrici della Stefan non hanno avuto. Negozi chiusi dall’oggi al domani e lavoratrici, anche quelle dei negozi ancora aperti, senza stipendio. Domani, 8 marzo, nel giorno della festa della donna, i lavoratori e le lavoratrici della Stefan srl della provincia di Firenze con il supporto della Filcams […]

SESTO FIORENTINO – Chiedono rispetto, quello che le lavoratrici della Stefan non hanno avuto. Negozi chiusi dall’oggi al domani e lavoratrici, anche quelle dei negozi ancora aperti, senza stipendio. Domani, 8 marzo, nel giorno della festa della donna, i lavoratori e le lavoratrici della Stefan srl della provincia di Firenze con il supporto della Filcams Cgil, saranno in presidio sul Ponte Vecchio a Firenze dalle ore 10.30 alle 12.
Nel giorno della Festa della donna le lavoratrici Stefan manifestano per chiedere rispetto, “per dire basta e denunciare una situazione aziendale diventata ormai insostenibile – è quanto si legge in una nota – oltre ai mancati pagamenti di 4 mensilità per i dipendenti dei negozi aperti e di ben 7 mensilità per quelli dei negozi di Sesto Fiorentino e Scarperia che sono stati chiusi, martedi scorso l’ azienda ha tentato di attuare delle vere e proprie epurazioni”. La situazione che stanno vivendo sembra inverosimile anche per chi ancora lavora all’interno della catena. “A fronte della richiesta di alcuni dipendenti di usufruire della mobilità volontaria, come previsto dall’accordo sottoscritto il 30 ottobre 2012 presso il Ministero del Lavoro di Roma – prosegue la nota del sindacato – il personale degli uffici amministrativi ha telefonato a 9 dipendenti, comunicando loro che erano stati licenziati e intimandogli di non presentarsi al lavoro il giorno seguente; inoltre è stato espressamente ordinato ai responsabili di turno di confiscare i loro badge”. In questo modo, spiegano lavoratori e sindacati, “l’azienda ha ritenuto di dover applicare la mobilità volontaria, dopo averla bloccata per 4 mesi: rifiutando sia la conciliazione (un incentivo di 100 euro in cambio della non opposizione al licenziamento) sia di programmare un calendario dei pagamenti per saldare mensilità arretrate e tfr”. L’azienda è ora in stato di pre-concordato, avendo presentato domanda di concordato preventivo il 20 novembre 2012 presso il Tribunale di Prato: una domanda, precisa la nota “presentata di punto in bianco senza avvertire i lavoratori e le organizzazioni sindacali”.
Dal 20 novembre l’ azienda gode di 120 gg. di blocco dei pagamenti e delle ingiunzioni, con il solo obbligo della rendicontazione mensile. “Una gestione competente – si legge nella nota – avrebbe potuto attenuare i danni a carico dei creditori, anche avvantaggiandosi degli ammortizzatori sociali accordati; invece l’amministratore unico Giuseppe Videtta ha deciso di smettere di pagare gli stipendi ai colleghi dei negozi chiusi (tra l’altro senza preavviso e al di fuori di un piano di gestione aziendale),proseguendo a singhiozzo i pagamenti delle mensilità arretrate ai dipendenti dei negozi aperti e dicendo di essere in questo autorizzato dal Giudice”. E.A.