Le Tre Lune di Calenzano, Premio Giovane della Guida Espresso 2015

CALENZANO – Sono il “Premio giovane dell’anno” della Guida dell’Espresso ai ristoranti 2015, sono “Le tre lune” di Calenzano. Il ristorante presso la fattoria di Travalle, guidato dal trio di giovani Ilaria di Marzio, Matteo Lorenzini e Tommaso Verni, ha aperto la nuova gestione ad aprile 2013, guadagnandosi dopo un mese il primo articolo e […]

CALENZANO – Sono il “Premio giovane dell’anno” della Guida dell’Espresso ai ristoranti 2015, sono “Le tre lune” di Calenzano. Il ristorante presso la fattoria di Travalle, guidato dal trio di giovani Ilaria di Marzio, Matteo Lorenzini e Tommaso Verni, ha aperto la nuova gestione ad aprile 2013, guadagnandosi dopo un mese il primo articolo e sempre nel primo anno di vita la menzione nella guida Espresso con voto 15/20. Quest’anno, il premio giovane, ritirato nella cerimonia di ieri alla Leopolda. Il loro segreto? L’unione tra la tecnica di preparazione francese (ma solo la tecnica, tengono a precisare, “la nostra non è la classica cucina francese burro e panna”) con prodotti e ricette tipiche nostrali.
“Il ristorante nasce dall’unione delle nostre esperienze – racconta Ilaria Di Marzio – formati all’estero, in Francia, al nostro ritorno in Italia non abbiamo trovato le porte aperte che speravamo, anzi… da qui la decisione di metterci in proprio, scommettendoci in prima persona”.
Così Ilaria e Matteo, rispettivamente originari di Calenzano e Siena, compagni da diverso tempo, insieme all’amico Tommaso di Grosseto, come molti italiani hanno deciso di fare di necessità virtù, e hanno rilevato la gestione delle Tre Lune, un ristorante già esistente a Travalle in una location d’eccezione. Si tratta infatti della Legnaia della vecchia Villa Strozzi, e il nome “Tre Lune”, anche se sembra calzare a pennello per i tre chef, deriva invece dal vecchio stemma araldico della famiglia Strozzi, tre gioghi in fila che ricordano le falci di luna.
Quali le specialità? “Uno degli ingredienti che abbiamo sempre mantenuto, nonostante abbiamo cambiato 7 volte menù, è il granchio – spiega Ilaria – altro ingrediente tipico, le animelle, che fa parte sia della tradizione francese che italiana. E poi i piatti di verdura, preparati alla francese, qualcosa che ci ha davvero colpito della cucina in Francia”.
Un ristorante così particolare non poteva non attirare il pubblico specializzato e gli intenditori ma la clientela si sta allargando. Provare per credere.

Francesca Gambacciani