Legacoop Toscana lancia un patto per il lavoro e l’impresa nell’area fiorentina

FIRENZE – Un “patto per il lavoro e l’impresa” nell’area fiorentina che contribuisca, attraverso l’impegno e le idee di tutti i soggetti interessati, a qualificare lo sviluppo e a migliorare le condizioni dei lavoratori. È la proposta lanciata dal presidente di Legacoop Toscana Roberto Negrini ai rappresentanti istituzionali e delle categorie economiche presenti alla Camera di […]

FIRENZE – Un “patto per il lavoro e l’impresa” nell’area fiorentina che contribuisca, attraverso l’impegno e le idee di tutti i soggetti interessati, a qualificare lo sviluppo e a migliorare le condizioni dei lavoratori. È la proposta lanciata dal presidente di Legacoop Toscana Roberto Negrini ai rappresentanti istituzionali e delle categorie economiche presenti alla Camera di Commercio di Firenze per l’incontro “Profili sociali dello sviluppo economico dell’area fiorentina”, organizzato da Legacoop Toscana. Nella città metropolitana di Firenze, infatti, sono presenti 190 cooperative che operano in vari settori e contano più di 566.000 soci. Il valore della produzione è di oltre 2 miliardi di euro e il totale degli occupati è di quasi 15.000 persone.

“In un Paese che fatica e in una Toscana che vediamo avere due velocità, Firenze, per mantenere il proprio tenore di vita, si deve interrogare su tre questioni principali – ha detto Negrini – ovvero la struttura della popolazione, che invecchia sempre più, i salari che non crescono e la fuga di tanti giovani che si rivolgono altrove per trovare opportunità di lavoro soddisfacenti. Apriamo un percorso per un patto per il lavoro e l’impresa nell’area fiorentina, finalizzato alla qualificazione dello sviluppo, come ad esempio introdurre nelle filiere e negli appalti un reddito minimo”.

Un percorso per un patto che, nell’idea di Legacoop Toscana, potrebbe partire proprio da Firenze e dalla Toscana centrale, con l’auspicio di potersi estendere in prospettiva a tutta la regione. Alla tavola rotonda hanno preso parte Dario Nardella, sindaco di Firenze, Daniela Mori, presidente Unicoop Firenze, Luigi Salvadori, presidente Confindustria Firenze, Alberto Marini, direttore Confesercenti Firenze, Paola Galgani, segretaria generale Camera del lavoro metropolitana Cgil Firenze e Massimo Muratori, presidente Arca cooperativa sociale.

“Unicoop Firenze è una cooperativa di consumatori che opera nella Gdo, con l’obiettivo di soddisfare le esigenze dei nostri soci e con una vocazione territoriale – ha detto Daniela Mori, presidente del consiglio di sorveglianza di Unicoop Firenze – e stare sul territorio per noi significa essere al servizio di 1 milione di soci, ma anche attivare 13.000 posti di lavoro in Toscana fra diretti e indiretti, oltre a rifornirsi da oltre 1.000 produttori locali, di 300 piccoli e piccolissimi, che sono il doppio della media dei nostri concorrenti. La cooperativa lavora perché il territorio possa acquisire ulteriore valore e attraverso le sue politiche commerciali centrate su convenienza e qualità dei prodotti è impegnata per salvaguardare il potere di acquisto dei toscani, che possono approfittare di prezzi della grande distribuzione più bassi rispetto alla media nazionale”.

“Il legame con il contesto urbano e il territorio è, per la piccola impresa, un elemento competitivo molto importante – ha affermato Alberto Marini, direttore Confesercenti Firenze – risulta quindi necessario attuare politiche di nuova generazione, capaci di trasformare i nostri centri in città intelligenti, agendo sulla qualità dell’abitare, dei servizi, della mobilità, e con la messa in rete delle risorse economiche e culturali”.

“Questa idea del patto del lavoro è assolutamente sostenibile dalle istituzioni, che possono lavorare insieme ai soggetti privati e cominciare dal privato sociale, – ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella – lo scorso anno abbiamo siglato, con vari soggetti del mondo della cooperazione tra cui anche Legacoop Toscana, un accordo importante di supporto alle cooperative di tipo B. Siamo stati i primi in Italia. L’accordo consisteva nell’usare la leva degli appalti per aiutare i soggetti socialmente svantaggiati. Il Comune di Firenze è disponibile a lavorare al patto per il lavoro che orienta verso la sfida del lavoro e della qualità dello stesso”.