Mantero (Potere al Popolo): “L’emendamento del Governo contro le delocalizzazioni è una foglia di fico”

CAMPI BISENZIO – “Il Governo ha deciso: proporrà un emendamento alla Legge di stabilità per introdurre una norma contro le delocalizzazioni. Ma è una foglia di fico”: a dirlo è il senatore di Potere al Popolo, Matteo Mantero, che aggiunge: “Dalle bozze che circolano in queste ore, possiamo dire che ci troviamo dinanzi a una […]

CAMPI BISENZIO – “Il Governo ha deciso: proporrà un emendamento alla Legge di stabilità per introdurre una norma contro le delocalizzazioni. Ma è una foglia di fico”: a dirlo è il senatore di Potere al Popolo, Matteo Mantero, che aggiunge: “Dalle bozze che circolano in queste ore, possiamo dire che ci troviamo dinanzi a una “foglia di fico”, per salvare le apparenze e dare l’idea di un governo che agisce ma che, in realtà, non modifica di una virgola la situazione”. Secondo il team legale dei giuristi del Telefono Rosso di Potere al popolo “il nuovo emendamento Orlando-Todde-Giorgetti parrebbe essersi limitato ad aumentare i tempi della procedura e dell’ammontare della multa a carico delle aziende che non dovessero rispettare la procedura di licenziamento. Aumentare il cosiddetto “ticket di licenziamento” per due volte, non cambia la situazione. Si tratterebbe di una penalità di circa 3300 euro a lavoratore, spiccioli per una media impresa italiana, figuriamoci per una multinazionale. Sparisce peraltro il recupero dei contributi pubblici precedentemente ricevuti dall’azienda, e inseriti nella vecchia bozza governativa di luglio. Chi vorrà chiudere e spostare la produzione altrove continuerà a farlo, dovrà solo pagare una piccola penale”.

“Né noi, né i lavoratori – prosegue Mantero – abbiamo mai chiesto elemosine. Ciò che conta – e che manca del tutto nell’emendamento del Governo – è una strada che fermi chiusure speculative e delocalizzazioni e che permetta di salvaguardare occupazione, dignità e tessuto produttivo”. Sempre il Telefono Rosso di Potere al popolo invece aggiunge: “Si parla inoltre di una misura che interesserebbe le imprese al di sopra dei 250 dipendenti, ossia poco più di 4.000 imprese su un totale di 4 milioni e mezzo presenti in Italia. Nella proposta di legge scritta invece da noi e da altri giuristi (Comma 2, Giuristi Democratici, altre singole personalità) insieme agli operai Gkn e presentata come proposta di legge in entrambi i rami del Parlamento e da qualche giorno anche come emendamento alla Legge di Stabilità dal senatore Matteo Mantero, la soglia scende a 100 dipendenti, ma non dimenticando, oltre ai tempi determinati, anche i lavoratori in somministrazione e i part-time. Inoltre nella “proposta operaia” si delineano percorsi di controllo da parte dei lavoratori e delle rappresentanze sindacali lungo tutto la procedura di  licenziamento, a partire dalla condizione patrimoniale ed economico-finanziaria e, soprattutto, si prevede un percorso che assicuri la continuità produttiva e occupazionale – indotto compreso – inserendo un diritto di prelazione per cooperative di lavoratori e, in secondo luogo, per Cassa Depositi e Prestiti, individuati come attori chiave per raggiungere gli obiettivi”.

“L’emendamento governativo – conclude Mantero – è l’ennesima dimostrazione di un esecutivo che si dice disponibile all’ascolto a colpi di Tweet, ma al momento decisivo dimostra di decidere sulle teste degli operai e non Con le teste degli operai. Il risultato è un provvedimento che non serve ai lavoratori di questo Paese, ma che permette al Governo di nascondersi dietro una foglia di fico”.