Pd, Ansano presenta ricorso: “Al congresso le regole non sono state uguali per tutti…”

CALENZANO – E’ uno scossone, un autentico scossone quello che arriva dalla e alla politica calenzanese. Simone Ansano (nella foto), infatti, sconfitto da Paolo Santini nella corsa a segretario in occasione del recente congresso del Pd, ha presentato ricorso. E lo ha fatto “ai sensi dell’articolo 8 comma 1 del “Regolamento per lo svolgimento dei […]

CALENZANO – E’ uno scossone, un autentico scossone quello che arriva dalla e alla politica calenzanese. Simone Ansano (nella foto), infatti, sconfitto da Paolo Santini nella corsa a segretario in occasione del recente congresso del Pd, ha presentato ricorso. E lo ha fatto “ai sensi dell’articolo 8 comma 1 del “Regolamento per lo svolgimento dei congressi dei circoli, delle unioni comunali e dei coordinamenti territoriali, ai sensi dell’art. 46 dello statuto nazionale”, approvato il 6 settembre scorso dalla Direzione regionale del Partito Democratico della Toscana”.

Secondo il suddetto articolo, infatti, come si legge nel ricorso, “Le candidature a segretario dell’unione comunale si presentano alla commissione territoriale entro il 2 ottobre 2017 e devono essere sottoscritte da un numero di firme compreso fra il 5 % e il 10 % degli iscritti certificati dell’anagrafe 2016 distribuiti in almeno un terzo dei circoli appartenenti all’unione comunale”. “La candidatura del Santini – continua il documento – presenta 18 sottoscrizioni. Tuttavia gli iscritti 2016 a Calenzano sono 164, come confermato dall’ex segretario e dall’ex responsabile del tesseramento, quindi le firme a sostegno della candidatura di Santini superano la soglia massima del 10% degli iscritti. Se poi togliessimo dalla base di riferimento i quattro fuoriusciti dal partito nella primavera di quest’anno, si scenderebbe a 160. Quindi la candidatura di Santini è da ritenersi nulla”.

Ansano tuttavia non ne fa soltanto una questione tecnica: “Intanto partiamo dal congresso, – spiega – competizione che è nata perché l’altro candidato ha deciso di non accettare la possibilità di cercare qualcuno che potesse rappresentare tutti. Il congresso non è iniziato bene visto che solo 24 ore prima ci hanno avvertiti di una nuova interpretazione delle regole per cui non sarebbero state accettate a votare persone che avevano la tessera del Pd nel 2015 . Questi non avrebbero influenzato particolarmente il voto, visto l’esiguo numero, ma si sarebbero tesserati nuovamente e avrebbero rinnovato la propria partecipazione. Al contrario si è preferito permettere di votare a chi era tesserato nel 2016 e non ha voluto rinnovare la tessera del partito”.

Entrando poi nel merito della questione “Durante il congresso, si è preferito, sempre sbandierando le regole, far iniziare le operazioni di voto senza neanche permettermi di terminare quello che era il mio intervento, sul partito che vorrei, sul territorio, sul mondo del lavoro e tanto altro ancora. Si è preferito la votazione al confronto e mi è stato detto di smettere di parlare perché le regole dicevano così. Ho sempre tenuto più alla sostanza che alle regole, ma è giusto che ci siano e vadano rispettate; allora, viste le molte volte che sono state ostentate, le ho rilette attentamente più volte.
Ed è risultato che durante il congresso avrei avuto tutto il tempo necessario alla mia relazione, senza limitazioni e, cosa più importante, che la candidatura del mio avversario è da considerarsi nulla proprio perché contraria alle regole stabilite. Per tale motivo ho presentato in Federazione il ricorso di cui attendo risposta nei prossimi giorni”.